Oggi, 9 ottobre, il tribunale di Agrigento ha sciolto il riserbo sulla
richiesta, avanzata dalla procura, di contestazione di nuovi reati ai 7
pescatori tunisini che dallo scorso agosto scorso si trovano sotto
processo ad Agrigento con l´accusa di favoreggiamento all´immigrazione
clandestina per avere salvato a largo di Lampedusa 44 naufraghi.
Le ipotesi riguardavano minaccia e violenza a nave da guerra (ex art.
1100 cod. nav.) e resistenza a pubblico ufficiale (ex art. 337 c.p.).
Il collegio giudicante si è pronunciato con voto disgiunto segreto a
favore della tesi difensiva che si è opposta alla richiesta di nuove
contestazioni, ritenendo la richiesta del PM lesiva del diritto di
difesa degli imputati.
Un altro successo del collegio difensivo; un altro colpo al castello
accusatorio delle forze dell´ordine invischiate nella vicenda che
vorrebbero a tutti i costi vedere puniti i 7 pescatori per aver tratto
in salvo la vita di migranti, molti dei quali ad oggi hanno ottenuto il
riconoscimento di rifugiati politici, nel quadro di quella politica di
sedicente sicurezza e sorveglianza che ha come "effetti collaterali"
centinaia di morti nel Mediterraneo. La vita di uomini africani ed
asiatici vale meno di quella degli europei, che dormono sogni
tranquilli grazie ai pattugliamenti Frontex e gli accordi di
riammissione.
Enrico Montalbano e Germana Graceffo
Rete Antirazzista Siciliana
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