02 maggio 2007

Il disprezzo da pagare

Driiin. Suona la sveglia, è ora di alzarsi.

Bisogna andare a compiere il proprio dovere di cittadino: produrre.

Infatti, terminata la colazione il mio pensiero è già lì, non faccio che ripetermi: produzione produzione… quindi mi alzo e mi precipito ma…. E no cazzo! È occupato! Non è possibile! Il mondo non può attendere, va di fretta, la produzione non si può fermare!

Esorto il giacente all'interno ad essere più fattivo, a produrre alacramente, a rispettare i turni. Intanto cerco di distrarmi pensando ad altro, nel tentativo di ignorare i danni alla produttività che può arrecare il ritardo cui sono costretto, mio malgrado.

Chissà perché, di prima mattina e proprio in quel momento, mi viene in mente l'immagine di Mastella…?!

Sta di fatto che è deleteria, si vede che il mio cervello l'associa all'idea del prodotto. Cerco allora di eliminarla ma è più difficile di quanto credessi, succede addirittura di peggio: oltre all'immagine comincio a pensare al decreto legge che porta il suo nome.

È la fine. Sento che sto perdendo lucidità, ergo, il controllo, prendo a calci e pugni la porta intimando schiumante di uscire immediatamente. A quel punto il mio coinquilino-cittadino profondamente stupito dal mio esuberante senso del dovere, uscendo con gli occhi sbarrati, mi da in mano il giornale e contemporaneamente pronuncia le emozionanti parole che aspettavo trepidante: prego, è libero.

Finalmente, adesso è il mio turno, si produce!

Ma mentre faccio per sedermi, che ti combino? Una cosa che non va mai fatta: butto un'occhiata rapida alle notizie prima ancora di aver preso posizione, un disastro.

E dove va a cadere l'occhio? dove va a cadere? Sull'indignazione della chiesa che accusa di terrorismo Andrea Rivera per le parole pronunciate al concertone della festa dei precari.

Una tragedia. Mi si blocca, nello stesso istante, la produzione.

E non contento, quasi in preda ad un masochismo irrefrenabile, mi soffermo a leggere un po’ di più. Leggo ciò che ha detto Rivera e non ci trovo granchè di terroristico. Leggo le reazioni della chiesa e ormai è oscurantismo anche nel mio intestino, è finita… implodo.

Provo a distruggere il giornale ma è l'occhio ad avere la meglio; leggo perfino qualche reazione politica ed è lì che comincia a sopraggiungere la rassegnazione, mi sento inutile, né produco né percepisco alcuno stimolo produttivo dentro di me.

Sono depresso al punto che inizio a pensarmi un fannullone, un nullafacente, un parassita.

Sfoglio il giornale ormai passivamente quando ecco il deus ex machina, ancora lui, il suo nome è una garanzia, da qualche parte lo trovi sempre, come il sale, sembra un paradosso ma giunge come un miraggio, è lui a salvarmi: Clem Clem.

Non appena letto il nome ovviamente il mio cervello proietta la sua immagine, e fu trionfale!

Non è solo lo stimolo a fare ritorno repentino ma giustappunto una scarica produttiva la cui portata mi fa recuperare il tempo perso.

Ritrovo pure la volontà e butto il giornale per terra.

Mi sento appagato e orgoglioso, ancora una volta ho fatto la mia parte, è stata dura ma ce l'ho fatta, non senza ausilio, è vero, del resto è lo scotto da pagare se non si vuol diventare dei fannulloni nullafacenti inutili parassiti.

Sto bene, sono un cittadino che contribuisce alla crescita del prodotto interno lordo, mi sento leggero, etereo, quasi invisibile, sono pronto anche oggi ad andare a precariare e penso a quanto meglio andrebbero le cose se mandassimo a cagare qualche stitico in carriera, e penso alla sveglia…

Driiin. È ora di alzarsi.

ildissenterico

3 commenti:

Vaxgelli ha detto...

Bel Post, complimenti.

Purtroppo la Chiesa continua a ritenersi al di sopra delle parti, l'unica portatrice della verità.
Ma la verità il Primo Maggio l'ha detta Andrea.

Io l'ho scritto qui sul mio Blog.

Anonimo ha detto...

E' paradossale, asfissiante e, direi, perfino nauseabondo il senso di impotenza che mi,che ci soggioga, mio malgrado/nostro malgrado, ogni volta che di un qualunque avvenimento (si fa per dire) si legge sulle maggiori testate giornalistiche nazionali(tipo l'Osservatorio Romano!!!) un qualunque commento. Il funerale del libero pensiero sembra protrarre l'agonia di un senso di modernità che non vuole morire, che probabilmente riuscirà a sopravvivere ad ogni tentativo di soffocamento. Ci stanno provando, e in maniera sempre più oppressiva, a ridurci al silenzio, a Noi, nuovi involontari càtari, vittime di una controriforma fanatica e tuttosommato ingiustificata.
La Ragione dovrà, prima o poi, prevalere...peccato che, nel frattempo, dovremo sorbirci tanto Mastella

ildis.senso ha detto...

è uno dei motivi per cui non ho ancora smesso di scrivere. Perché, in realtà, la voglia ti passa sul serio, perché le parole stanno a zero, non è rimasto molto da dire, ma smettere sarebbe come dire al sistema: prego accomodati, ecco il mio culo!
Più l'aria manca, più bisogna cacciare la testa fuori e cercarla e respirarla, a dispetto finanche del loro potente dio.