
13 agosto 2007
21 luglio 2007
10 giugno 2007
08 giugno 2007
ritornerai, lo so, ritornerai

Infondo è così che s'invecchia, cercando di costruirsi un futuro; quando credi di avercela fatta è già un presente che volge al passato e tu ti trovi piagato e acciaccato a bestemmiare il tempo perso.
Certo parlare di futuro oggi è un eufemismo, al massimo se sei uno scellerato e incosciente ottimista fai un figlio.
A dire il vero, per quanto mi riguarda, non sono stati solo gli impegni e gli stress quotidiani ad impedirmi di scrivere, di tanto in tanto sopraggiunge la nausea che respinge ogni tentativo sociale di comunicare.
E' come se il mio disprezzo in confidenza mi dicesse:- Davvero vuoi perdere tempo a scrivere su Berlusconi, Prodi, Fini, Mastella, Casini, Rutelli, Fassino e tutto il cucuzzaro? Davvero vuoi sprecare preziosa bile per questi fenomeni da baraccone, per questa miseria al potere, per questo accumulo di polvere che risiede sulle poltrone di comando, su questi pupazzi laceri?
E' proprio inevitabile adoperarsi, spendersi, avvelenarsi le giornate, dando importanza alle orrende statuine incipriate e incravattate che giocano ad essere importanti, che si credono autorevoli, che pensano di essere invincibili?
Ovvio che la risposta più facile è sì, che ne vale la pena, perché questa sottospecie di infausti ominidi sta definitivamente sommergendo questo paese della merda che secerne dai loro incancreniti microcervelli. Che non si può ignorarli, altrimenti sarebbe anche peggio, l'ignoranza li rafforzerebbe.
Ma il Disprezzo non ama le sottigliezze, i troppi perché, i se, le mediazioni, il Disprezzo è in quanto tale. E' un posto che non si vorrebbe mai raggiungere, ma una volta lì non c'è spazio per altro se non per la Nausea, con la quale spesso concupisce generando oscuri sentimenti.
E allora succede che si perde la voglia o forse sarebbe più corretto dire che si manda in malora tutto per non perdere quel pò di voglia rimasto. Quindi lunghi periodi di silenzio, lo stesso che in realtà vorresti dentro al tuo cazzo di cervello che invece rumoreggia indisciplinato, fa talmente tanto casino che non ti riesce di scrivere nulla, di voler sapere alcunché.
L'unica cosa che vorresti è avere un lunghissimo, vulcanico, liberatorio orgasmo da sputare sul mondo, te compreso, e urlare fino a consumare le corde vocali, per poi esausto dormire un sonno profondo nell'attesa di svegliarti innocente leggero immemore libero.
13 maggio 2007
radio.out saluta Tano Cavaleri

Tano lo conoscevamo.
Non siamo abituati a usare la retorica, siamo realisti, guardiamo le cose e ne registriamo le sensazioni.
Con Tano siamo cresciuti, ci siamo impegnati e divertiti.
Ha fatto quello che ha sempre sentito, di più, a volte senza tregua.
Sui diritti dei cittadini del mondo, agrigentini e migranti.
La gente gli piaceva.
Non ha mai avuto muri, anzi contribuiva ad abbatterli.
Un viaggiatore, Tano, un sognatore!
In un mondo in cui questa parola sembra appartenere sempre più a pochi, Tano l’ha incarnata a fondo.
E fino in fondo è sempre andato.
Sembrava non avesse età.
E quando insieme ridevamo di quelli che queste capacità non hanno, citavamo sempre il poeta Fabrizio De Andrè:
“..per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”.
CIAO TANU’
09 maggio 2007
9 maggio 1978 muore Peppino Impastato, ucciso dalla mafia
Quel partito era la democrazia cristiana, che oggi si cela sotto altre spoglie ma che è pronta nuovamente a disvelarsi.
Abbiamo ricevuto una e-mail dalla famiglia di Peppino, che abbiamo già pubblicato qualche giorno fa e che vi riproponiamo:
Associazione Peppino Impastato Cinisi - Casa Memoria
APPELLO DEL FORUM SOCIALE ANTIMAFIA - Cinisi
05 maggio 2007
radio.azioni

Alcuni tra i piu' importanti webcaster pagano da quasi 10 anni milioni di dollari, alle autorita' competenti, in diritti d'autore sia in termini di composizione (all' ASCAP, la BMI e la SESAC) che in termini di prestazione (alla SoundExchange).
Se la situazione non cambiera', dal 15 luglio 2007 molte radio Libere che trasmettono su internet saranno costrette a chiudere.
Anche radio.out, nel suo piccolo, sta subendo quest'imposizione. Infatti, chi ci offre la possibilita' di trasmettere (Stacja.fm) ha i suoi server negli stati uniti e quindi, visto l'effetto retroattivo della legge, ha dovuto sospendere cautelativamente l'erogazione del servizio.
Fino al prossimo 15 luglio non possiamo garantire la continuita' delle trasmissioni.
Sul loro sito www.savenetradio.org maggiori informazioni e la possibilita' di dare un contributo attivo.
iZ
02 maggio 2007
Il disprezzo da pagare

Driiin. Suona la sveglia, è ora di alzarsi.
Bisogna andare a compiere il proprio dovere di cittadino: produrre.
Infatti, terminata la colazione il mio pensiero è già lì, non faccio che ripetermi: produzione produzione… quindi mi alzo e mi precipito ma…. E no cazzo! È occupato! Non è possibile! Il mondo non può attendere, va di fretta, la produzione non si può fermare!
Esorto il giacente all'interno ad essere più fattivo, a produrre alacramente, a rispettare i turni. Intanto cerco di distrarmi pensando ad altro, nel tentativo di ignorare i danni alla produttività che può arrecare il ritardo cui sono costretto, mio malgrado.
Chissà perché, di prima mattina e proprio in quel momento, mi viene in mente l'immagine di Mastella…?!
Sta di fatto che è deleteria, si vede che il mio cervello l'associa all'idea del prodotto. Cerco allora di eliminarla ma è più difficile di quanto credessi, succede addirittura di peggio: oltre all'immagine comincio a pensare al decreto legge che porta il suo nome.
È la fine. Sento che sto perdendo lucidità, ergo, il controllo, prendo a calci e pugni la porta intimando schiumante di uscire immediatamente. A quel punto il mio coinquilino-cittadino profondamente stupito dal mio esuberante senso del dovere, uscendo con gli occhi sbarrati, mi da in mano il giornale e contemporaneamente pronuncia le emozionanti parole che aspettavo trepidante: prego, è libero.
Finalmente, adesso è il mio turno, si produce!
Ma mentre faccio per sedermi, che ti combino? Una cosa che non va mai fatta: butto un'occhiata rapida alle notizie prima ancora di aver preso posizione, un disastro.
E dove va a cadere l'occhio? dove va a cadere? Sull'indignazione della chiesa che accusa di terrorismo Andrea Rivera per le parole pronunciate al concertone della festa dei precari.
Una tragedia. Mi si blocca, nello stesso istante, la produzione.
E non contento, quasi in preda ad un masochismo irrefrenabile, mi soffermo a leggere un po’ di più. Leggo ciò che ha detto Rivera e non ci trovo granchè di terroristico. Leggo le reazioni della chiesa e ormai è oscurantismo anche nel mio intestino, è finita… implodo.
Provo a distruggere il giornale ma è l'occhio ad avere la meglio; leggo perfino qualche reazione politica ed è lì che comincia a sopraggiungere la rassegnazione, mi sento inutile, né produco né percepisco alcuno stimolo produttivo dentro di me.
Sono depresso al punto che inizio a pensarmi un fannullone, un nullafacente, un parassita.
Sfoglio il giornale ormai passivamente quando ecco il deus ex machina, ancora lui, il suo nome è una garanzia, da qualche parte lo trovi sempre, come il sale, sembra un paradosso ma giunge come un miraggio, è lui a salvarmi: Clem Clem.
Non appena letto il nome ovviamente il mio cervello proietta la sua immagine, e fu trionfale!
Non è solo lo stimolo a fare ritorno repentino ma giustappunto una scarica produttiva la cui portata mi fa recuperare il tempo perso.
Ritrovo pure la volontà e butto il giornale per terra.
Mi sento appagato e orgoglioso, ancora una volta ho fatto la mia parte, è stata dura ma ce l'ho fatta, non senza ausilio, è vero, del resto è lo scotto da pagare se non si vuol diventare dei fannulloni nullafacenti inutili parassiti.
Sto bene, sono un cittadino che contribuisce alla crescita del prodotto interno lordo, mi sento leggero, etereo, quasi invisibile, sono pronto anche oggi ad andare a precariare e penso a quanto meglio andrebbero le cose se mandassimo a cagare qualche stitico in carriera, e penso alla sveglia…