19 novembre 2005

Don Camillo e Pappone

L'Ingerente Ruini, stratega politico travestito da prete (ognuno ha i suoi vizietti...), pochi giorni fa, ha voluto sottolineare che il ruolo della Chiesa è quello di proteggere i propri fedeli, non quello di mettere in discussione la laicità dello stato italiano, di non preoccuparci perché la Chiesa non è interessata alla politica italiana in quanto tale.
Non è passato che qualche giorno e il rampante Camillo torna alla carica sull'aborto, schierandosi con la proposta antiabortista di quel bontempone di ANoiStorace, e ammonisce la Sinistra accusandola di bussare alla sua porta soltanto nel momento del bisogno ma di tacere sulle questioni più spinose come appunto l'aborto.
A me pare che il vecchio Don ingerisca... ma forse sono io che essendo un peccatore vedo il male ovunque.


Eccolo il futuro leader del Paese!
Il pappone giusto al momento giusto.
L'uomo che viene dal passato a cavallo di una rediviva Balena Bianca.
E' lui, non Silvietto né tantomeno la sedicente Sinistra,

che lapidario liquida gli anatemi di Don Camillo sull'aborto,
sostenendo semplicemente che la discussione sulla 194 non è in agenda.
A me pare di capire che implicitamente il buon Pierferdi abbia lasciato

intendere al Don che la sua uscita è (momentaneamente) fuori luogo e che
il martello porporino va battuto su altri chiodi caldi, ma, ovviamente,
è ancora la mia mente depravata dal vizio, a vedere sempre il male.



IlDissacratore

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