Prima di tutto un saluto...
A Kunz (che mi ha stimolato ieri sera a intervenire sul blog), ma anche a Iz, Dis...
e naturalmente a Peppino Impastato, con cui vorrei introdurmi citando un estratto di una sua bellissima poesia...
"E' tutto un gran vociare che gela il sangue, come uno scricchiolo di ossa rotte."
Esiste un modo, quanto più semplice possibile, di iniziare a scrivere sul tema della guerra? Su uno dei modi in cui il sangue gela e le ossa si rompono?
Ci provo. Partendo da uno schema, cioè dalla semplificazione estrema.
Proviamo a tradurlo. Un carattere, una personalità, è definibile se ci poniamo prima di tutto di fronte a due domande:
1. Come si vive?
2. Come si muore?
Il carattere di un individuo o di un popolo può essere ricollegato a questa riflessione. Proviamo dunque a porci queste due domande quando siamo davanti ai fatti di guerra. Qualche esempio: come vivono bambini in situazioni di conflitto? Come muoiono?
Tutto sembra diventare più chiaro. La nebbia dei bla bla bla politici o economici svanisce di fronte alle risposte che il nostro cervello inizia a mettere naturalmente in gioco.
iMago
iMago
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