17 febbraio 2007

soloottantaseimilaquattrocentosecondi

Minchia, non riesco mai a finirla una giornata! Per come vorrei viverla, intendo. È che proprio non bastano le ore a disposizione. E vivo in perenne rincorsa degli arretrati.

Vediamo un po’, riepiloghiamo: otto ore per dormire, perché anche un solo minuto in meno mi rovinerebbe tutto il resto. Una buona mezz’ora per rassegnarmi all’idea di essermi svegliato ancora una volta. Un paio d’ore per consumare i miei tre pasti, ché mangiare non è solo nutrirsi.

Almeno un’ora da dedicare alla lettura libera, quella disimpegnata, fine a se stessa: i romanzi da sognatori del cazzo o le poesie, insomma. Un’altra ora per l’informazione, lo studio; mica per “crescere” o per prenderlo nel culo consapevolmente, come avviene di solito, ma giusto per rispondere ogni tanto all’esigenza di opinioni che c’è in giro: ”tu cosa ne pensi?” – “per chi voti?” – “quante volte fai sesso a settimana”? - . A proposito, magari non vigorosi amplessi da kamasutra, ma una sveltina o una sana seghetta antistress vogliamo infilarcela? Facciamo mezz’ora, vah!

Un film al giorno! Un film al giorno dovrei assolutamente vederlo. E sono, diciamo, altre due ore.

La musica, per fortuna, può fare da colonna sonora a tutto, ma non concedergli un’ora senza distrazioni dovrebbe essere perseguibile per legge!

Sollecitato da passione/predisposizione verso l’attività fisica, un’ora esclusivamente per sé la pretende il mio corpo.

Un’altra ora in media la portano via funzioni base tipo cacare-pisciare-lavarsi-grattarsi.

Infine, e soprattutto, l’OZIO!

A b b a n d o n a r s i a l f l u s s o d e i p r o p r i p e n s i e r i . I n t r o s p e z i o n a r s i d a l l a b o c c a a l c u l o . La s c i a r s i s e d u r r e d a u n p r e s e n t e e t e r n o .

Mi riferisco a quei momenti in cui anche la musica può essere di troppo. Da consumare, per essere più chiari, fumando stravaccati in poltrona, in inverno, o nella battigia al mare con i coglioni a mollo, in estate.

Minimo un’ora.

Restano soltanto cinque ore e non ho ancora adempiuto ai mie obblighi morali di “persona ammodo e perbene”. Non ho telefonato ai miei che ci tengono tanto; non ho persuaso la mia donna che l’amo né i miei amici che sono essenziali per me; non ho rimesso i debiti ai miei debitori né compiuto la mia buona azione quotidiana; non ho….come dite?

Ah, già, il lavoro!

Eeeh?

Otto ore al giorno?!?

MA VAFFANCULO!

Godurio

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