18 agosto 2005

La posizione della missionaria

No, non e' il titolo di una guida dedicata al sesso creativo ma uno di quei titoli che adesso fanno tendenza, un po doppio senso, nel senso cattivo pero'. Tipo "Il Pastore Tedesco" riferito a ratzinger per intenderci. Il libro in questione e' di Christopher Hitchens (MinimumFax, Roma 1997) ed affronta un argomento che sicuramente destera' scalpore e che mette in discussione la vita e le scelte di Madre Teresa di Calcutta. Uscì in Italia nel 1997, ci fu un susseguirsi di richieste da parte delle librerie e si ricorse immediatamente a una ristampa, ancor prima della presentazione ufficiale. Da subito, e nettamente, gli ambienti vicini alla suora e le centinaia di migliaia di suoi devoti ne presero le distanze. Malgrado tutto, però, il 5 settembre gli scaffali vennero inondati dal libretto (126 pagine), ma - ahimè - proprio quel giorno Madre Teresa morì. Nel giro di una settimana le librerie si premurarono di rispedire il testo alla casa editrice per sostituirlo con più consoni, e più costosi, ritratti fotografici. L'analisi, non benevola, che si fa della vita della missionaria è suffragata da testimonianze, documenti, interviste a medici e infermiere che hanno lavorato a stretto contatto con la suora. Informazioni spiacevoli, ma documentate. Si racconta di come la suora nei suoi ospedali e centri d'accoglienza pretendesse il rigore più stretto. Niente poltrone e niente materassi, solo tavole di legno e coperte. Niente antibiotici o analgesici, solo aspirine, perché il dolore avvicina a Dio, perché Gesù sulla croce ha sofferto, perché chi sta male si guadagna il paradiso. Una filosofia di vita, una forma di fede che sfiora il fanatismo, condivisibile o no, ma che stride con altre informazioni: quando Madre Teresa ha avuto bisogno di cure, si dice nel libro, si è rivolta alle migliori cliniche hollywoodiane, ben lontane dagli standard spartani dei suoi ospedali a Calcutta. Non solo: gli ordini dati a medici e infermiere erano chiari, quelle persone erano comunque destinate a soffrire e dunque a unirsi a Dio visto che lui li aveva chiamati a sé attraverso la malattia, dunque le siringhe non si buttavano, si riutilizzavano, al massimo si sciacquavano sotto l'acqua (rigorosamente fredda) e si gettavano solo quando l'ago si spezzava. Molte delle infermiere che hanno lavorato con lei, racconta Hitchens, hanno abbandonato la missione perché non sopportavano più di veder soffrire i malati sapendo che c'era un modo per evitarlo. Se ne curiamo uno, rispondeva Madre Teresa, tutti pretenderanno lo stesso trattamento. Quando alcune sorelle romane ricevettero in dono per il loro centro accoglienza decine e decine di tonnellate di pomodori, dopo averne consumati di freschi, decisero di farne conserva per non rischiare che andassero a male. Madre Teresa impose che tutte le bottigliette di salsa venissero buttate, dalla prima all'ultima, poiché rappresentavano un segno di sfiducia nella provvidenza divina. Un libro da leggere e rileggere, magari da confrontare con altre biografie più "autorizzate", un testo che sicuramente fa riflettere e ancor più discutere. Infatti, ogni atto che ha riguardato la missionaria è stato oggetto di polemica. Compresa l'assegnazione del Nobel per la pace nel 1979. Resta comunque la domanda: chi era davvero Madre Teresa?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto questo articolo.. fa riflettere e fa venire voglia di comprare questo famoso libretto..ciao