"Nel 1999 il Garante della Privacy, in seguito a un ricorso dell'UAAR, ha imposto alla chiesa l'obbligo di annotare sul registro dei battezzati la volontà di chi non desidera piu' farne parte. Nel 2002 i vescovi, riuniti in seduta plenaria, hanno preso ufficialmente atto della legittimita' della richiesta. Da allora migliaia di cittadine e cittadini hanno ottenuto il proprio “sbattezzo” (per usare il termine, che a noi non piace, con cui ci si riferisce a questa pratica). Le motivazioni sono state e sono le più svariate:
- l’orgoglio di rivendicare la propria identità di ateo o agnostico
- la consapevolezza di far parte di gruppi “maltrattati” dalla Chiesa (donne, gay, conviventi, scienziati...)
- la spinta a uscire da un’organizzazione sempre meno religiosa e sempre più desiderosa di influire sulle scelte politiche del paese
- la volontà di non essere più considerato, da un punto di vista legale, subordinato alle gerarchie ecclesiastiche
- il timore di subire pratiche religiose quando non si avranno più le forze per impedirle
- la sensazione di aver subito un’ingiustizia per essere stati iscritti, dopo pochi giorni di vita e senza poter far nulla per impedirlo, a un’organizzazione di cui non si condividono le finalità
- la voglia di far crescere il numero degli “sbattezzati”, contrapponendolo alla rivendicazione cattolica di rappresentare il 97% della popolazione italiana
- soprattutto, la scelta di essere coerenti fino in fondo: se non credo, perché rimanere in una confessione religiosa? Solo per risparmiare il costo di una semplice raccomandata?"
Ulteriori informazioni sul sito dell'UAAR
iZ
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