21 febbraio 2006

Arie Di Casa Mia

E' un dato di fatto, ci siamo abituati ai cattivi odori.

Il passo successivo, dunque, adesso, sarebbe la catalogazione; in ciascuno dei Pupazzi in mostra nello scenario attuale, infatti, possiamo distinguere una diversa tipologia di peto, sia per "sonorità" che per "olezzo", accomunate tutte dallo stesso archetipo filosofico: l'Aerofagia al Potere (o, volendo, il Potere dell'Aerofagia).

Non è quello che si può dire un lavoretto facile facile, perché la confusione ne mescola "suoni e odori", il percorso è tortuoso e il passo deve essere svelto, insomma occorre rompere il caos.

Tutto sommato i Pupazzi, pur nella loro diversità, sono sempre Pupazzi, non scordiamocelo.

Certo, c'è il Pupazzo che al momento è più Pupazzo degli altri, c'è chi ha fatto solo una Pupazzata, c'è chi si impegna a diventarlo, ma tutti comunque hanno l'anima di pezza.

Il pupazzo per essere di moda oggi deve avere una morale forte: deve credere in Dio (che adesso i Porporopupazzi chiamano ufficialmente Amore per renderlo più competitivo e aperto degli altri), cantare l'inno sotto la doccia, mangiare pane e patria, farsi una famiglia possibilmente numerosa (non importa se poi vai a trans, intanto procrea), difendere i propri valori (la mafia, la corruzione, la sopraffazione ecc ecc), proporre santi e martiri, ma, ciò che veramente conta, come già detto, è saper scoreggiare, e tanto.

Le scoregge hanno un effetto mediatico di proporzioni incalcolabili.

Togliendo lo Scoreggione più talentuoso, il cui elenco enciclopedico meriterebbe una monografia a parte, abbiamo avuto molti esempi negli ultimi tempi di scoregge d'autore:

Le scoregge sull'alta finanza, le scoregge sull'alta velocità, le scoregge sul gas (e qui è tutto dire: gas sparato sul gas… un suicidio, praticamente), l'enorme scoreggia sulla droga (la cui puzza è talmente devastante che non basta accenderti uno spino di super skunk per coprirne il fetore).

Questi sono solo alcuni esempi di come stia trionfando la Scuola del Peto.

Una Scuola che non fa distinzioni di orientamento (eccetto per propaganda), tutti possono aderirvi, basta petare disinvoltamente.

Il protendere il corpo, affinché l'atto emissivo sia più sollecitato, verso destra piuttosto che sinistra, non è per distinzione ideologica ma puramente per il mantenimento di un ordine sociale, per un controllo facilmente gestibile, una disciplina delle puzze, un modo per monitorare la tolleranza al fetido; c'è chi è allergico al peto destro e tollera perfettamente il sinistro e viceversa, cosicché le due tipologie, pur convivendo, si odino vicendevolmente, e tutto in nome della Petodemocrazia.

Ovviamente con l'approssimarsi delle elezioni-eruzioni, il concerto analorale giunge al suo apice e il popolo in trance caotico-olfattiva, trascinato da un istinto autolesionista, si ritrova l'ennesima scheda fra le mani, le cui scelte coatte lo spingono miseramente alla coprofagia istituzionalizzata, senza nemmeno avere la possibilità su quella stessa scheda dell'opzione: Nessuno di questi candidati

Insomma, mai come in questo periodo storico, che potremmo benissimo definire l'Età del Peto, assume un profondo significato la massima popolare per la quale la vita infondo è solo una questione di culo.


DissentericoDissenso

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