Potrebbe essere l'occasione giusta per mettere un po' d'ordine nella televisione pubblica, almeno quella, e toglierla di mano ai politici.
Si tratta di una proposta di legge popolare di riforma del sitema radiotelevisivo, la raccolta delle firme scade l'11 luglio e ad oggi le adesioni raccolte sono 40.000 (qui i comitati nelle varie regioni). Riporto da PerUnaltraTV sito del comitato promotore:
UN ULTIMO SFORZO!!! ADERITE E DIFFONDETE!!!
Che cos'è una proposta di legge di iniziativa popolare?
Una proposta di legge che raccoglie le firme di 50.000 cittadini italiani deve essere discussa dal Parlamento.
Quali sono gli scopi della legge?
La legge mira a sanare la duplice anomalia italiana nel campo dei mezzi di comunicazione audiovisivi: da una parte, il duopolio Rai-Mediaset che impedisce l'emergere di nuovi attori e limita il pluralismo; dall'altra, il controllo politico esercitato sul servizio pubblico radiotelevisivo, che non ha pari nel mondo democratico.
Com'è nata la proposta di legge?
La proposta è scaturita dall'appello lanciato da Sabina Guzzanti in occasione dell'uscita del suo documentario, 'Viva Zapatero!' ed è stata stilata da un gruppo di lavoro composto da giornalisti, autori e giuristi, tra cui Tana de Zulueta, Giulietto Chiesa, Marco Travaglio, Giovanni Valentini, Udo Gumpel, Curzio Maltese, Maria Cuffaro e Alberto Gambino.
Come cambierà la Rai se questa proposta venisse approvata?
Verrà abolita la Commissione parlamentare di Vigilanza. Al suo posto, un Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, i cui membri saranno in maggioranza (11 su 21) nominati dalla società civile (sindacati, artisti, imprenditori, giornalisti, Terzo Settore, accademici, autori, associazioni degli utenti). Dei rimanenti 10 membri, 3 verranno eletti dagli enti locali e 7 saranno nominati dal Parlamento.
Il Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, e non più il governo ed i presidenti delle Camere, nominerà i 5 membri del Consiglio d'Amministrazione della Rai, che saranno scelti tramite concorso pubblico ed agendo in base a criteri di professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed indipendenza, ponendo così fine alla lottizzazione ed alla spartizione politica del servizio pubblico.
Il mandato del CdA avrà una durata di 6 anni, contro i 5 anni di una legislatura.
Come cambierà il panorama radiotelevisivo italiano se la proposta venisse approvata?
Nessun operatore televisivo privato potrà raggiungere più del 30% dell'audience nazionale.
Nessun operatore televisivo potrà raccogliere più del 30% delle risorse del settore televisivo (canone e pubblicità).
iZ
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