21 gennaio 2006

Chiacchiere e distintivo

Ci risiamo, anche quest'anno, come nell'ormai lontano 2001, assisteremo all'assalto mediatico del Puffo più famoso in Italia e nel mondo.
Siamo ancora agli inizi della campagna elettorale e a me già viene la nausea.
Inutile fare la lista delle trasmissioni tv e radio che lo hanno "ospitato" ma una cosa e' certa, non si parla d'altro.
E gia' perche' parlare d'altro significherebbe parlare dei suoi processi e delle sue prescrizioni, dei suoi legami con la mafia e la massoneria, dei suoi amici da salvare ad ogni costo, del costante tentativo di delegittimare la magistratura, delle leggi ad personam, di quelle che tentano di stravolgere i principi fondamentali della costituzione, etc., etc, etc.

Ed invece no, va in televisione quando e come vuole a dire quello che vuole senza che nessuno abbia la capacita' o la volonta' di smentirlo.
Niente di meglio poi che il caso Unipol per ingrassare le ruote di questa specie di Videocrazia al punto tale che uno che in 5 anni non ha trovato un minuto di tempo per entrare in aula per i processi che lo riguardano diirettamente e' disposto a diventare la gola profonda piu' autorevole d'Italia per fare a Fassino un processo che esiste soltanto sui giornali di famiglia.

iZ

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