27 novembre 2007

CIAO MIRKO!!!

TI VOGLIAMO BENE!

31 ottobre 2007

A Chi Piace Davanti, A Chi Di Pietro

Certo non si può dire che i poltronari di regime manchino di coerenza.

Rispettando la tradizione che vuole un'Italietta pregna di misteri e di casi vergognosamente insabbiati e irrisolti, i nuovi poltronari (nuovi è un eufemismo) sono riusciti, alla fine, a bocciare la commissione d'inchiesta sui fatti di Genova.

Ci si potrebbe accanire particolarmente contro Di Pietro, il quale non comprende che se vuole distinguersi dalla famigerata casta, non basta schierarsi con Grillo, bisogna che smetta di dire la sua su ogni cosa, che cessi il continuo salottismo, che salvaguardi la propensione a sparare un'immanità di cazzate. Occorre maggiore discrezione, se parli tanto, non ascolti.

Forse smarrito in mezzo ai corvi non poteva far altro che cacare insieme a loro, per non essere da meno.

Sappiamo quanto siano corrosive le cacate d'uccello.

Ecco, la sua, sulla 'intoccabilità' delle forze dell'ordine, sortisce un effetto caustico sulla verità, ancor più degli altri.

Dunque, attenzione, non ci sono ombrelli al governo con i quali ripararsi, tocca beccarsi la pioggia fitta.

Tutti fanno il gesto di avvicinarsi alla cassa, ma nessuno paga il conto.

Che lo vada a dire, il Paladino Di Pietro, a quelli impietosamente manganellati per strada, massacrati alla Diaz, torturati a Bolzaneto. Che lo dica guardando negli occhi i genitori di Carlo Giuliani, che lo dica davanti a me e a tutte le persone che hanno visto cosa è stata Genova.

Ma infondo prendersela con Di Pietro è inutile, la commissione non s'aveva da fare e le avrebbero studiate tutte comunque, come Portella della Ginestra, piazza Fontana, Ustica, Bologna e tutto il lunghissimo e triste elenco oramai arcinoto.

Tenere viva la memoria è quel che ci rimane, non è bastante ma nemmeno poco.

La vera sconfitta è l'oblio, finché ricorderemo, la tranquillità dei porci sarà sempre vacillante.


Canzoncina benaugurante:


Tu sei buono e ti tirano Di Pietro.

Sei cattivo e ti tirano Di Pietro.

Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,

sempre Di Pietro in faccia prenderai.

Tu sei ricco e ti tirano Di Pietro

Non sei ricco e ti tirano Di Pietro

Al mondo non c'è mai qualcosa che gli va

e Di Pietro prenderai senza pietà!

Sarà così

finché vivrai

Sarà così

Se lavori, ti tirano Di Pietro.

Non fai niente e ti tirano Di Pietro.

Qualunque cosa fai, capire tu non puoi

se è bene o male quello che tu fai.

Tu sei bello e ti tirano Di Pietro.

Tu sei brutto e ti tirano Di Pietro.

E il giorno che vorrai difenderti vedrai

che tanto Di Pietro in faccia prenderai!


ildis.senso

20 ottobre 2007

Fuck You, SIAE

09 ottobre 2007

AGRIGENTO. PROCESSO 7 PESCATORI TUNISINI

Oggi, 9 ottobre, il tribunale di Agrigento ha sciolto il riserbo sulla

richiesta, avanzata dalla procura, di contestazione di nuovi reati ai 7

pescatori tunisini che dallo scorso agosto scorso si trovano sotto

processo ad Agrigento con l´accusa di favoreggiamento all´immigrazione

clandestina per avere salvato a largo di Lampedusa 44 naufraghi.

Le ipotesi riguardavano minaccia e violenza a nave da guerra (ex art.

1100 cod. nav.) e resistenza a pubblico ufficiale (ex art. 337 c.p.).

Il collegio giudicante si è pronunciato con voto disgiunto segreto a

favore della tesi difensiva che si è opposta alla richiesta di nuove

contestazioni, ritenendo la richiesta del PM lesiva del diritto di

difesa degli imputati.

Un altro successo del collegio difensivo; un altro colpo al castello

accusatorio delle forze dell´ordine invischiate nella vicenda che

vorrebbero a tutti i costi vedere puniti i 7 pescatori per aver tratto

in salvo la vita di migranti, molti dei quali ad oggi hanno ottenuto il

riconoscimento di rifugiati politici, nel quadro di quella politica di

sedicente sicurezza e sorveglianza che ha come "effetti collaterali"

centinaia di morti nel Mediterraneo. La vita di uomini africani ed

asiatici vale meno di quella degli europei, che dormono sogni

tranquilli grazie ai pattugliamenti Frontex e gli accordi di

riammissione.

Enrico Montalbano e Germana Graceffo

Rete Antirazzista Siciliana

04 ottobre 2007

Free Burma


Free Burma!

24 settembre 2007

LIBERATI I DUE COMANDANTI DEI PESCHERECCI TUNISINI SOTTO PROCESSO AD AGRIGENTO PER AVERE SALVATO 44 NAUFRAGHI

Scarcerati oggi i due comandanti dei pescherecci tunisini che l'8
agosto scorso avevano, insieme all'equipaggio, salvato 44 migranti in
avaria su un gommone nella acque internazionali a largo di Lampedusa.
Finiti sotto processo ad Agrigento con l'accusa di favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina, erano stati immediatamente incarcerati
presso la casa circondariale di Agrigento.
In concomitanza allo svolgimento del processo per direttissima, intorno
all´ennesimo caso di criminalizzazione di pescatori che soccorrono
uomini e donne in mare, è nata un'enorme mobilitazione
euro-mediterranea per la scarcerazione immediata e il rispetto delle
convenzioni marittime internazionali sul salvataggio in mare.
Su iniziativa della Rete antirazzista siciliana e di numerose
associazioni e movimenti internazionali per i diritti dell'uomo,si sono
svolte in Italia, Francia, Germania,Tunisia, Marocco iniziative per
sensibilizzare la pubblica opinione e, allo stesso tempo, per portare
il caso all'attenzione di parlamentari europei, che hanno sottoscritto
in 150 una petizione per l'immediata scarcerazione dei 7 pescatori
arrestati.
Le risultanze dibattimentali avevano portato la procura di Agrigento a
chiedere la derubricazione del reato di favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina, non ravvisando il profitto e il dolo
nelle operazioni di salvataggio a mare dei 44 migranti.
Grazie inoltre al generoso lavoro del collegio difensivo e alle
pressioni nazionali e internazionali del movimento spontaneo di difesa
dei diritti, lo scorso 10 settembre la sezione feriale del tribunale di
Agrigento decideva la scarcerazione di 5 dei 7 imputati e concedeva gli
arresti domiciliari ai due capitani dei pescherecci.
Oggi, 22 settembre, dopo 45 giorni di detenzione preventiva, anche i
due comandanti tunisini sono stati rimessi in libertà per decisione del
Tribunale della Libertà di Palermo.
Solo oggi, finalmente, vediamo l´applicazione del principio della
presunzione di innocenza e dell´uso oculato e discriminato che delle
misure cautelari personali.
Resta un dato di fatto: 7 uomini sono stati privati per settimane della
loro libertà personale; 7 famiglie sono state danneggiate moralmente ed
economicamente; 7 vite sono state segnate dall´esperienza del carcere.
Chi pagherà per tutto questo?
Chi è disposto a prendersi le responsabilità di un sistema di leggi
securitarie e xenofobe che mietono vittime tra umili pescatori che
rischiano in mare le proprie vite per salvare altre?
Chiediamo che vengano fuori gli ideatori di questo teorema, montato su
false testimonianze, sul non rispetto del diritto di difesa, dei
diritti umani, delle norme internazionali sul salvataggio in mare.
Chiediamo che venga fatta giustizia.

RETE ANTIRAZZISTA SICILIANA

12 settembre 2007

13 agosto 2007

Comunicato dell'a.c. Peppino Impastato


Il 17 agosto 2007 alle ore 21:00 presso la Pizzeria Impastato, sita sulla SS113 a Cinisi (Pa) al km 288.800, l’Associazione culturale Peppino Impastato-Casa Memoria organizza un’iniziativa di lotta alla mafia che vedrà anche la presentazione del libro “Pizzini, veleni e cicoria”, scritto dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso in collaborazione con l’inviato de “La Stampa” Francesco La Licata sulle circostanze riguardanti l’arresto di Provenzano. Occasioni come l’incontro che si svolgerà il 17 agosto occorrono per sedersi ad un tavolo di confronto con le istituzioni sulla questione “mafia”, per poter inferire quali siano i possibili percorsi da seguire assieme e per poter esprimere eventuali dubbi e divergenze. Dopo trent’anni dall’omicidio di Peppino Impastato la lotta alla mafia costituisce per noi ancora una priorità e tuttora ci troviamo a dover fare i conti con una collusione politico-mafiosa molto consistente e con la censura e l’imposizione del silenzio dall’alto, che impediscono il ritorno a galla della vergognosa verità riguardo i legami mafiosi con le forze eversive di destra, i servizi segreti, la massoneria, Gladio ed altre simili strutture nazionali ed internazionali che hanno insanguinato l’Italia nei decenni scorsi e ne continuano a condizionare gli equilibri economici e politici. È per noi necessario partire da un lavoro di memoria e di ricostruzione storica delle circostanze che hanno condotto alla morte di Peppino e al successivo depistaggio, tra l’altro ammesso nel 2000 dalla Commissione Parlamentare antimafia; un lavoro che si rivela fortemente attuale, visti i retroscena della strage di Via D’Amelio che sono venuti a galla recentemente. Abbiamo avuto un’ulteriore conferma all’ipotesi, ormai riconosciuta come verità storica, che determinati omicidi di mafia, soprattutto quelli condotti contro gli attivisti politici, contro i magistrati e contro alcuni uomini delle istituzioni, risalgano alle stessa vena di violenza ed oppressione che con le stragi di stato e la strategia della tensione ha costretto tirannicamente l’Italia al rispetto degli equilibri di potere internazionali imposti. La memoria e la storia, però, non bastano: non si può prescindere da una serie di interventi concreti nel sociale, volti alla riabilitazione della società con la cancellazione della mentalità mafiosa, che ha fortemente condizionato la realtà politica ed economica del nostro paese. L’azione di contrasto deve essere determinata e condotta dal basso ad opera dei movimenti, dopo aver sviluppato la giusta consapevolezza di come la mafia si sia inserita perfettamente nel sistema della globalizzazione mondiale, approfittando dei suoi mezzi di controllo, come il consumismo sfrenato che conduce all’ottundimento delle coscienze e al successivo disimpegno. Il fenomeno mafioso ha, inoltre, aggravato le conseguenze negative nella gestione attuale dell’economia globale, contribuendo alla diffusione dello sfruttamento dei più deboli e di operazioni finanziarie che cancellano vite pur di raccogliere denaro, come il traffico di armi e di stupefacenti. La mafia non è solo antistato, è più spesso nello stato, approfittando delle crepe della nostra democrazia, allargate da cinque anni di berlusconismo e non più ricolmate a sufficienza. Sono queste le istanze che ci spingono ad organizzare per il prossimo 9 maggio, in occasione del trentennale dell’omicidio di Peppino, una manifestazione nazionale contro la mafia, come punto di svolta nell’impegno sociale, che possa unire la lotta contro il sistema mafioso con la protesta contro la globalizzazione sfrenata, con la mobilitazione per la pace, per la giustizia e per i diritti di tutti, di qualsiasi identità etnica e sessuale.
Associazione culturale Peppino Impastato-Casa Memoria


21 luglio 2007

GIAMMAI L'OBLIO


NOI NON DIMENTICHIAMO GENOVA,
NON CI SIAMO SCORDATI DI VOI........

10 giugno 2007

08 giugno 2007

ritornerai, lo so, ritornerai

Lo so, ultimamente il blog è trascurato, niente roba scritta, niente musica. Sembrerebbe banale dire che gli impegni e gli stress ne sono la causa, ma tant'è.
Infondo è così che s'invecchia, cercando di costruirsi un futuro; quando credi di avercela fatta è già un presente che volge al passato e tu ti trovi piagato e acciaccato a bestemmiare il tempo perso.
Certo parlare di futuro oggi è un eufemismo, al massimo se sei uno scellerato e incosciente ottimista fai un figlio.
A dire il vero, per quanto mi riguarda, non sono stati solo gli impegni e gli stress quotidiani ad impedirmi di scrivere, di tanto in tanto sopraggiunge la nausea che respinge ogni tentativo sociale di comunicare.
E' come se il mio disprezzo in confidenza mi dicesse:- Davvero vuoi perdere tempo a scrivere su Berlusconi, Prodi, Fini, Mastella, Casini, Rutelli, Fassino e tutto il cucuzzaro? Davvero vuoi sprecare preziosa bile per questi fenomeni da baraccone, per questa miseria al potere, per questo accumulo di polvere che risiede sulle poltrone di comando, su questi pupazzi laceri?
E' proprio inevitabile adoperarsi, spendersi, avvelenarsi le giornate, dando importanza alle orrende statuine incipriate e incravattate che giocano ad essere importanti, che si credono autorevoli, che pensano di essere invincibili?
Ovvio che la risposta più facile è sì, che ne vale la pena, perché questa sottospecie di infausti ominidi sta definitivamente sommergendo questo paese della merda che secerne dai loro incancreniti microcervelli. Che non si può ignorarli, altrimenti sarebbe anche peggio, l'ignoranza li rafforzerebbe.
Ma il Disprezzo non ama le sottigliezze, i troppi perché, i se, le mediazioni, il Disprezzo è in quanto tale. E' un posto che non si vorrebbe mai raggiungere, ma una volta lì non c'è spazio per altro se non per la Nausea, con la quale spesso concupisce generando oscuri sentimenti.
E allora succede che si perde la voglia o forse sarebbe più corretto dire che si manda in malora tutto per non perdere quel pò di voglia rimasto. Quindi lunghi periodi di silenzio, lo stesso che in realtà vorresti dentro al tuo cazzo di cervello che invece rumoreggia indisciplinato, fa talmente tanto casino che non ti riesce di scrivere nulla, di voler sapere alcunché.
L'unica cosa che vorresti è avere un lunghissimo, vulcanico, liberatorio orgasmo da sputare sul mondo, te compreso, e urlare fino a consumare le corde vocali, per poi esausto dormire un sonno profondo nell'attesa di svegliarti innocente leggero immemore libero.

ildiScostante

13 maggio 2007

radio.out saluta Tano Cavaleri

Un uomo. Contemporaneo. Moderno.
Tano lo conoscevamo.
Non siamo abituati a usare la retorica, siamo realisti, guardiamo le cose e ne registriamo le sensazioni.
Con Tano siamo cresciuti, ci siamo impegnati e divertiti.
Ha fatto quello che ha sempre sentito, di più, a volte senza tregua.
Sui diritti dei cittadini del mondo, agrigentini e migranti.
La gente gli piaceva.
Non ha mai avuto muri, anzi contribuiva ad abbatterli.
Un viaggiatore, Tano, un sognatore!
In un mondo in cui questa parola sembra appartenere sempre più a pochi, Tano l’ha incarnata a fondo.
E fino in fondo è sempre andato.
Sembrava non avesse età.
E quando insieme ridevamo di quelli che queste capacità non hanno, citavamo sempre il poeta Fabrizio De Andrè:
“..per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”.

CIAO TANU’

Enrico, Germana, Sabrina, Franco, Angelica, Alberto,Giovanni, Marcella, Ruta, Leonardo, Federica, Manlio, Francesco, Claudia, Gero, Fabio,Flavio, Laura, Sara, Azzurra, Alberto, Roberta, Alfonso, Caterina, Francesco, Selene, Carla, Erica, Giacomo, Emilia, Fabio, Gigi, Gianluca, Tato, Roberto, Lillo, Lina, Daniela, Federica, Tonino, Eugenia, Daniele, Angelo, Pierluigi, Valentina, Angelo, Ilaria, Alessandra, Luca, Nino, Diana, Valerio, Johnny, Paolo, Manuel, Antonio, Donatella, Vincenzo, Teresa, Elvira, Rossana, Maurizio, Margherita, Giusy, Milvia, Marco, Luca, Giusi, Angela, Nicola, Cristian, Fata, Rosina, Sara, Tedros, Saba, Samiel, Alessia, Manuela, Vincenzo, Sandro, Emilio, Giovanna, Salvatore, Valentina, Fofo’, Cristina, Fausto, Manuela, Tiziana, Aster e tanti, tanti altri.

09 maggio 2007

9 maggio 1978 muore Peppino Impastato, ucciso dalla mafia

Sono passati 29 anni dall'uccisione di Peppino Impastato; allora la sua morte passò in secondo piano perchè lo stesso giorno fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro. Oggi i media e i politici ricordano con retorica e demagogia lo statista della democrazia cristiana, così la morte di Peppino torna in secondo piano. Noi, nel nostro infinitamente piccolo, preferiamo ricordare il nome meno altisonante e meno "importante". Il nome di un uomo, semplicemente un uomo, che da una piccola radio locale di un piccolo paese ha "osato" sfidare il marcio potere occulto dei mafiosi, quello stesso potere che in quegli anni e negli anni a venire, ha legato indissolubilmente il suo nome al partito che per quasi tutta la storia della nostra triste repubblica ha governato questo bizzarro Paese.
Quel partito era la democrazia cristiana, che oggi si cela sotto altre spoglie ma che è pronta nuovamente a disvelarsi.

Abbiamo ricevuto una e-mail dalla famiglia di Peppino, che abbiamo già pubblicato qualche giorno fa e che vi riproponiamo:


Associazione Peppino Impastato Cinisi - Casa Memoria


APPELLO DEL FORUM SOCIALE ANTIMAFIA - Cinisi
Il 9 maggio 2007, ventinovesimo anniversario della morte di Peppino Impastato, come accade tutti gli anni dal 1978, sarà un tradizionale momento d'incontro e di riflessione di tutte le realtà e i soggetti che si battono per costruire una nuova società libera dalla mafia, dalle prepotenze e dalle connivenze politico-mafiose e un'importante occasione di confronto per rendere ancora più efficace la lotta contro la mafia dal basso, che è diventata ormai irrinunciabile, visto che quella condotta dal mondo istituzionale mostra sempre più le sue debolezze e le sue falle.
Anche quest'anno vogliamo ricordare la figura di Peppino e il suo impegno creativo ed anticonformista contro il potere mafioso con una tre giorni, che vedrà alternarsi forum di discussione sull'importanza della lotta contro la privatizzazione dell'acqua e in difesa dell'ambiente; sulla fondamentale difesa dei diritti sul lavoro e il contributo dei sindacati nelle battaglie contro le speculazioni economiche e le infiltrazioni nel sociale della mafia; sul 1977, le radio libere e i trent'anni del nostro impegno: non mancheranno spettacoli teatrali e musicali, seguendo la linea-guida già tracciata da Peppino che tentava un risveglio delle coscienze tramite l'utilizzo di mezzi di comunicazione e contesti alternativi, come il circolo "Musica e Cultura" e "Radio Aut".
Questo nostro appuntamento avrà come obiettivo l'introdurre le numerose iniziative che avranno luogo durante il prossimo anno e che culmineranno il 9 maggio 2008, quando saranno passati trent'anni dall'assassinio di Peppino: in occasione del trentennale svolgeremo una nuova manifestazione nazionale antimafia a Cinisi, su esempio di quella tenutasi nel 1979, chiedendo la partecipazione di tutte le persone interessate a livello nazionale.
Come al solito, però, ci ritroviamo a non avere una lira, anzi un euro: abbiamo scelto anche stavolta di autofinanziarci, per garantire la nostra indipendenza e libertà, ma il programma rischia di saltare.
Ci appelliamo, di conseguenza, alla disponibilità degli amici, dei compagni, delle associazioni che vogliano manifestare la propria vicinanza dando anche un minimo contributo, partecipando ad una sottoscrizione per coprire le spese indispensabili, come la stampa dei manifesti, il noleggio dell'amplificazione e della sala cinematografica, le eventuali spese SIAE e del servizio di sicurezza e il rimborso per i relatori esterni convenuti.
Questo appello, però, non riguarda soltanto la richiesta di un aiuto per sopperire alla mancanza di fondi per le iniziative previste in questa edizione del forum: abbiamo un progetto "ambizioso" da realizzare l'anno prossimo, per ricordare Peppino a distanza di trent'anni dalla sua morte con un evento contro la mafia e per i diritti di tutti che abbia risonanza a livello nazionale; per realizzarlo, però, abbiamo bisogno del vostro sostegno.
Chi vuole partecipare può fare riferimento al conto corrente postale 26951889 intestato all'Associazione Culturale Onlus Peppino Impastato, Piazza Stazione 10 - 90045 Cinisi.
Altre coordinate: ABI: 07601 CAB:04600.

Forum Sociale Antimafia Felicia e Peppino Impastato

05 maggio 2007

radio.azioni


Il futuro delle radio su internet e' in pericolo
Il 26 aprile il governo americano ha aumentato drasticamente (triplicato) la tassa che i webcaster (coloro che trasmettono o che offrono servizi di trasmissione) devono versare alle autorita' che si occupano di tutelare i diritti dell'industria musicale (la nostra SIAE) tra l'altro con effetto retroattivo al 1° gennaio 2006(!!!).
Alcuni tra i piu' importanti webcaster pagano da quasi 10 anni milioni di dollari, alle autorita' competenti, in diritti d'autore sia in termini di composizione (all' ASCAP, la BMI e la SESAC) che in termini di prestazione (alla SoundExchange).
Se la situazione non cambiera', dal 15 luglio 2007 molte radio Libere che trasmettono su internet saranno costrette a chiudere.
Anche radio.out, nel suo piccolo, sta subendo quest'imposizione. Infatti, chi ci offre la possibilita' di trasmettere (Stacja.fm) ha i suoi server negli stati uniti e quindi, visto l'effetto retroattivo della legge, ha dovuto sospendere cautelativamente l'erogazione del servizio.
Fino al prossimo 15 luglio non possiamo garantire la continuita' delle trasmissioni.

Mancano 70 giorni e Save Net Radio sta lottando per il futuro delle radio libere su internet.

Sul loro sito www.savenetradio.org maggiori informazioni e la possibilita' di dare un contributo attivo.

iZ

02 maggio 2007

Il disprezzo da pagare

Driiin. Suona la sveglia, è ora di alzarsi.

Bisogna andare a compiere il proprio dovere di cittadino: produrre.

Infatti, terminata la colazione il mio pensiero è già lì, non faccio che ripetermi: produzione produzione… quindi mi alzo e mi precipito ma…. E no cazzo! È occupato! Non è possibile! Il mondo non può attendere, va di fretta, la produzione non si può fermare!

Esorto il giacente all'interno ad essere più fattivo, a produrre alacramente, a rispettare i turni. Intanto cerco di distrarmi pensando ad altro, nel tentativo di ignorare i danni alla produttività che può arrecare il ritardo cui sono costretto, mio malgrado.

Chissà perché, di prima mattina e proprio in quel momento, mi viene in mente l'immagine di Mastella…?!

Sta di fatto che è deleteria, si vede che il mio cervello l'associa all'idea del prodotto. Cerco allora di eliminarla ma è più difficile di quanto credessi, succede addirittura di peggio: oltre all'immagine comincio a pensare al decreto legge che porta il suo nome.

È la fine. Sento che sto perdendo lucidità, ergo, il controllo, prendo a calci e pugni la porta intimando schiumante di uscire immediatamente. A quel punto il mio coinquilino-cittadino profondamente stupito dal mio esuberante senso del dovere, uscendo con gli occhi sbarrati, mi da in mano il giornale e contemporaneamente pronuncia le emozionanti parole che aspettavo trepidante: prego, è libero.

Finalmente, adesso è il mio turno, si produce!

Ma mentre faccio per sedermi, che ti combino? Una cosa che non va mai fatta: butto un'occhiata rapida alle notizie prima ancora di aver preso posizione, un disastro.

E dove va a cadere l'occhio? dove va a cadere? Sull'indignazione della chiesa che accusa di terrorismo Andrea Rivera per le parole pronunciate al concertone della festa dei precari.

Una tragedia. Mi si blocca, nello stesso istante, la produzione.

E non contento, quasi in preda ad un masochismo irrefrenabile, mi soffermo a leggere un po’ di più. Leggo ciò che ha detto Rivera e non ci trovo granchè di terroristico. Leggo le reazioni della chiesa e ormai è oscurantismo anche nel mio intestino, è finita… implodo.

Provo a distruggere il giornale ma è l'occhio ad avere la meglio; leggo perfino qualche reazione politica ed è lì che comincia a sopraggiungere la rassegnazione, mi sento inutile, né produco né percepisco alcuno stimolo produttivo dentro di me.

Sono depresso al punto che inizio a pensarmi un fannullone, un nullafacente, un parassita.

Sfoglio il giornale ormai passivamente quando ecco il deus ex machina, ancora lui, il suo nome è una garanzia, da qualche parte lo trovi sempre, come il sale, sembra un paradosso ma giunge come un miraggio, è lui a salvarmi: Clem Clem.

Non appena letto il nome ovviamente il mio cervello proietta la sua immagine, e fu trionfale!

Non è solo lo stimolo a fare ritorno repentino ma giustappunto una scarica produttiva la cui portata mi fa recuperare il tempo perso.

Ritrovo pure la volontà e butto il giornale per terra.

Mi sento appagato e orgoglioso, ancora una volta ho fatto la mia parte, è stata dura ma ce l'ho fatta, non senza ausilio, è vero, del resto è lo scotto da pagare se non si vuol diventare dei fannulloni nullafacenti inutili parassiti.

Sto bene, sono un cittadino che contribuisce alla crescita del prodotto interno lordo, mi sento leggero, etereo, quasi invisibile, sono pronto anche oggi ad andare a precariare e penso a quanto meglio andrebbero le cose se mandassimo a cagare qualche stitico in carriera, e penso alla sveglia…

Driiin. È ora di alzarsi.

ildissenterico

29 aprile 2007


Second Life ovvero...il sonno della ragione genera cosa??

Genera un mondo virtuale, dove tutto è possibile.

In principio era l’AVATAR, il tuo Io virtuale, maschio femmina alto basso bello brutto come vuoi..

E poi vennero le città da costruire, con proprietà private da acquistare, soldi (linden dollar) da guadagnare e da spendere, da accumulare e da rubare, persone da conoscere con cui si può parlare, passeggiare, ballare, volare, beni infiniti da possedere e una scala sociale da salire in base ai soldi accumulati, al prestigio ottenuto,alle ore di permanenza online.

E gruppi musicali che comprano locali virtuali dove tenere concerti, e multinazionali che mettono in vendita merci che in realtà sono impulsi elettrici e tu le paghi dal tuo mondo reale e poi che bello ti metti le tue NIKE virtuali e vai a prendere la tua ragazza virtuale e te la scopi col cazzo virtuale (in vendita di varie misure, giuro!!)

Devo essere stata molto, molto fortunata nel mio analfabetismo tecnologico a non sapere nulla di tutto ciò fino a due settimane fa, perciò mi scuso per l’argomento datato (questa cosa è iniziata nel 2003, sei milioni si iscritti ad oggi) e me ne sto buona buona per non dire cose retoriche però vi prego fate un giro su questo sito.. così ci smezziamo lo strazio. E tenete a freno lo snobismo culturale, non sono solo disadattati ignoranti e subumani delusi dalla vita a frequentare second life, ma persone con neuroni intelligenti, cervelli svegli, che la loro first life potrebbero viverla benissimo facendo tutto quello che vogliono!

Non si discute sul fascino di una seconda opportunità di costruzione del sé.. senza sforzo, senza pericoli e senza imprevisti (madonna, che noia!) quello che è veramente incomprensibile è il riportare anche un mondo inventato alla struttura gerarchica e borghese regolata dai soldi e dalla proprietà privata, dal possesso di beni, dall’aspetto esteriore, dall’identità sessuale, dalla necessità di upgrades sociali ..ma perché?!! Appena ho saputo di questo bel mondo mi sono immaginata di essere una cosa tipo un pomodoro con sei piedi e le antenne che comunica rimbalzando su se stesso.. ma pare che questo non sia previsto..

E comunque al di là di tutto questo.. come si fa a stare seduti per ore davanti a uno schermo, immersi in una cosa senza odori, senza sapori, senza suoni senza consistenza? E tutte le cose belle della vita? Mi permetto:

baci - pioggia - odore dei libri - cioccolata - canzoni degli Smiths - gatto sulla pancia -
mani nella creta - brasato al vino rosso di Elisa - treno - baci - lenzuola pulite - odore del mare
ska - zaino sulle spalle - autostop - spezie indiane - musica irlandese - partire - baci

Meditiamo gente..meditiamo..

www.secondlife.com

sil_etta

23 aprile 2007

Associazione Peppino Impastato Cinisi - Casa Memoria

APPELLO DEL FORUM SOCIALE ANTIMAFIA - Cinisi

Il 9 maggio 2007, ventinovesimo anniversario della morte di Peppino Impastato, come accade tutti gli anni dal 1978, sarà un tradizionale momento d'incontro e di riflessione di tutte le realtà e i soggetti che si battono per costruire una nuova società libera dalla mafia, dalle prepotenze e dalle connivenze politico-mafiose e un'importante occasione di confronto per rendere ancora più efficace la lotta contro la mafia dal basso, che è diventata ormai irrinunciabile, visto che quella condotta dal mondo istituzionale mostra sempre più le sue debolezze e le sue falle.

Anche quest'anno vogliamo ricordare la figura di Peppino e il suo impegno creativo ed anticonformista contro il potere mafioso con una tre giorni, che vedrà alternarsi forum di discussione sull'importanza della lotta contro la privatizzazione dell'acqua e in difesa dell'ambiente; sulla fondamentale difesa dei diritti sul lavoro e il contributo dei sindacati nelle battaglie contro le speculazioni economiche e le infiltrazioni nel sociale della mafia; sul 1977, le radio libere e i trent'anni del nostro impegno: non mancheranno spettacoli teatrali e musicali, seguendo la linea-guida già tracciata da Peppino che tentava un risveglio delle coscienze tramite l'utilizzo di mezzi di comunicazione e contesti alternativi, come il circolo "Musica e Cultura" e "Radio Aut".

Questo nostro appuntamento avrà come obiettivo l'introdurre le numerose iniziative che avranno luogo durante il prossimo anno e che culmineranno il 9 maggio 2008, quando saranno passati trent'anni dall'assassinio di Peppino: in occasione del trentennale svolgeremo una nuova manifestazione nazionale antimafia a Cinisi, su esempio di quella tenutasi nel 1979, chiedendo la partecipazione di tutte le persone interessate a livello nazionale.

Come al solito, però, ci ritroviamo a non avere una lira, anzi un euro: abbiamo scelto anche stavolta di autofinanziarci, per garantire la nostra indipendenza e libertà, ma il programma rischia di saltare.

Ci appelliamo, di conseguenza, alla disponibilità degli amici, dei compagni, delle associazioni che vogliano manifestare la propria vicinanza dando anche un minimo contributo, partecipando ad una sottoscrizione per coprire le spese indispensabili, come la stampa dei manifesti, il noleggio dell'amplificazione e della sala cinematografica, le eventuali spese SIAE e del servizio di sicurezza e il rimborso per i relatori esterni convenuti.

Questo appello, però, non riguarda soltanto la richiesta di un aiuto per sopperire alla mancanza di fondi per le iniziative previste in questa edizione del forum: abbiamo un progetto "ambizioso" da realizzare l'anno prossimo, per ricordare Peppino a distanza di trent'anni dalla sua morte con un evento contro la mafia e per i diritti di tutti che abbia risonanza a livello nazionale; per realizzarlo, però, abbiamo bisogno del vostro sostegno.

Chi vuole partecipare può fare riferimento al conto corrente postale 26951889 intestato all'Associazione Culturale Onlus Peppino Impastato, Piazza Stazione 10 - 90045 Cinisi.

Altre coordinate: ABI: 07601 CAB:04600.


Forum Sociale Antimafia Felicia e Peppino Impastato.

14 aprile 2007


C’era una volta un sogno e questa è una favola triste.

Che parla di un uomo che si chiama Yang Wu e vive nella sua casa nella città di Chongquing. Questa casa è piccola e strana e forse scomoda e invivibile però lui la ama.
Un giorno la società immobiliare che possiede ormai mezza città e che si chiama Chongquing Zhengsheng Real Estate decide di costruire un centro commerciale proprio li.
E così Yang Wu dice no, io dalla mia casa non me ne vado.
Per anni si va avanti con trattative a parole poi succede un gran casino.
La società di costruzioni non vuole fermare i lavori e inizia a scavare un bel buco fino a che Yang Wu si ritrova ad undici metri da terra, su di un isola sospesa e pericolante, dove può salire solo con una lunga scala. E da qui combatte. Per tre mesi.
Si fa portare cibo e acqua e ci convince tutti che in quello che sta facendo ci crede. C’è così tanta passione nel suo stare barricato sapendo che in qualsiasi momento potrebbe cadere e cadere per metri o essere portato via da una ruspa. C’è così tanta convinzione che anche a non volersi fidare ti fidi lo stesso. I giornali di tutto il mondo ne parlano, a me questa storia me la racconta la mia dentista. E io mi emoziono tantissimo e penso ma guarda un po’ che storia meravigliosa e inaspettata e magica chissà cosa succederà. Chissà se ce la farà.
E poi arriva la primavera e io penso almeno non avrà freddo lassù e potrà sedersi sul metro quadrato di prato a guardare il vuoto al sole e sentirsi così bene e così ricco e così felice.

A questo punto inizio ad immaginare i finali:

Epico: Yang Wu si suicida nella sua casa prima che le ruspe la abbattano.
Surreale: Yang Wu fa caricare la baracca su un camion e se la porta a Londra dove è acclamato come un eroe e diventa baronetto come i Beatles onoris causa.
Romantico: Yang Wu continua a vivere per sempre felicemente sulla sua amata collinetta diventando il guru della città.
Realistico: Yang Wu dopo un po’ si stufa e lascia perdere..ma non dopo soli tre mesi di lotta!!

Ci sono poche storie ancora in grado di spezzarmi il cuore e questa me lo ha sfracellato. Lo confesso. Perché in realtà questo piccolo cinese ci ha preso pesantemente per il culo.

E adesso vi dico come va a finire.

Yang Wu vende la sua casa alla multinazionale e riceve in cambio un appartamento di 200 metri quadri con tutti i comfort al centro di Chongquing.

Così sia.

Che bravi quelli che ci avevano creduto, chissà quanti soldi ha fatto dopo aver sollevato tutto sto bordello.
Così mi domando ma lui ci aveva creduto per un po’ o si è preso in giro anche da solo o si è preso paura o non si è reso conto di quello che stava combinando o semplicemente ci è rimasto sotto col fascino della vita comoda borghese? O forse ha solo cambiato idea come Lindo Ferretti che mi diventa un catto coatto? Queste cose succedono. Inutile farsi domande. Se solo si fosse fermato in tempo.
Però la mia dentista non poteva fare il suo lavoro e starsene zitta?? così non me ne tornavo a casa tanto stupidamente felice, come se mi avessero fatto un così bel regalo e il mondo fosse improvvisamente un posto tanto bello..per poi collegarmi a internet e scoprire che questa storia è finita nel peggior modo possibile. Morte lenta, bugie, omologazione, silenzio stampa.
E perfidamente penso che se fosse stata una donna la protagonista il finale sarebbe stato diverso, magari un disastro ma diverso.. Cosa ci si poteva aspettare..

Ma no via.. anche il femminismo ha rotto le palle sono gli esseri umani che fanno cagare.

Lo avevo detto che era una favola triste. Spero che adesso siate tutti incazzati quanto me.

sil_etta

Se volete saperne di più:

www.worldmagazine.it (14 Aprile 2007)
www.corriere.it (16 Marzo 2007)
www.worldmagazine.it (4 Aprile 2007)
Inoltre consiglio vivamente il libro del siciliano La Cecla “Perdersi, l’uomo senza ambiente” ed.
Laterza. Illuminante e bellissimo. Molto in tema.

26 marzo 2007

Una proposta che non si può rifiutare….

Attenzione, l’Inferno c’è!
E tutti coloro che disconoscono Dio è lì che finiranno!
Dio è misericordioso, perdona chi ha peccato, ma solo se gli chiedi scusa personalmente.
Il medio evo non è mai finito.
Questo Papa, pur essendo altrimenti chiamato Santo Padre,
è sempre un uomo, bisognerebbe ricordarlo sovente.
Un uomo poco paterno, molto severo, che raramente dà consigli miti, che spesso punta il dito.
È un uomo, anzi un filosofo, molto colto si dice, che però rivolge i suoi messaggi, più simili ad anatemi, al popolo dei fedeli evidentemente meno acculturato, per così dire.
E sì, perché stento a credere che la forma elementare e arcaica con la quale proferisce verbo, riesca a colpire al cuore dei tanti potenti che peccano tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti.
Non credo che Giorgetto Bushardo domani confessi pubblicamente tutte le sue nefandezze intimorito dalla prospettiva dell’Inferno, piuttosto medita di dichiarare guerra a Belzebù.
Non ce lo vedo proprio Silvietto, umile e pentito, mettere per iscritto tutte le sue malefatte e firmarle da Bruno Vespa davanti a milioni di telespettatori, perché la maledizione eterna lo attende.
E non riesco affatto ad immaginarmi Andreotti che, preso dal panico all’idea di trovare se stesso nell’aldilà e doverci convivere per sempre, si dichiara colpevole e rivela che la sua, in realtà, non è una gobba, ma una larva che ha occultato tutta la Verità, una memoria deforme che nasconde la Storia, il vaso di Pandora della Repubblica.
Insomma Paparatzi intimorisce i già timorati, mette in riga i già allineati, magari riesce pure ad avvertire qualcuno non avvisato, ma alla fine a cosa serve? A chi… serve?
Non serve agli atei, perché non fa nessun effetto sentir dire la stessa cosa per secoli.
Non serve ai cattolici, perché già si presuppone lo sappiano.
Non serve agli indecisi, perché non spiega nulla ma dà solo per scontato.
Magari ci si aspetterebbe qualcosa in più, di un altro spessore, da un filosofo colto nel nuovo millennio.
Invece no, la fede è mistero e cosissia.
Per quale motivo un uomo, oggi, dovrebbe credere in questo modo, accettando ciecamente questo Amore ricattante, o adori me o sei spacciato?
Perché credere in questo Amore che però sulla terra stenta a essere tale?
A cosa servono, dunque, le parole di Paparatzi?
A sottolineare la linea dura, senza concessioni, integralista, che ha scelto di intraprendere la chiesa di oggi?
Forse il suo auspicio è che si torni tutti un po’ più ignoranti, un po’ più massa belante nel timor di Dio.
Il fatto è che oggi ci sono paure tangibili, paure reali, che si possono vedere, sentire, toccare, a cui non serve credere perché si conoscono.
Il fatto è che sono troppi quelli che l’Inferno lo vivono già.
Il fatto è che sono troppe le storture in questo mondo, prevalgono al giusto.
Il fatto è che l’uomo non è che sia venuto poi così bene, visti i risultati.
Il fatto è che è difficile smentire tutto ciò e credere ancora nelle favolette vaticane.

Il fatto è che ci si sente presi in giro da questi potenti con la veste, raccomandati da Dio, che predicano amore, bontà, misericordia, umiltà
ma poi in testa c’hanno il camauro bordato di ermellino e siedono in poltrone lussuosissime e dall’alto del loro fasto pronunciano parole solenni.
L’elezione del papa, è una vera e propria battaglia politica, esistono correnti progressiste e correnti conservatrici nella chiesa.

Sono uomini, eletti da uomini, non da Dio, bisognerebbe ricordarlo sovente.


IlDis
cendente

24 marzo 2007

GiuperMarket '80

17 marzo 2007

Clemente Pastella

È lui il personaggio del momento, il pupazzo più in vista.
Di qualsiasi argomento si parli, viene fuori il suo nome.

E non importa che sia in positivo o in negativo, ciò che conta è la visibilità.

Ospitate a destra e a manca, che si parli di DICO, di intercettazioni, di alleanze politiche e di quant’altro, lui c’è. Pensavo, non a caso, di invitarlo a casa mia, per sapere cosa penso.

Si comincia a sentire davvero importante, anche lui come Silvietto, quando non gradisce l’interlocutore, si alza e va via.

Il Clementino per tutte le stagioni, gongola, sa che gli si sta apparecchiando la tavola per la grossa grassa gozzovigliata democristiana.

Il ritorno in grande stile del famelico Squalo Bianco (Balena, per i più sensibili).

Ci stanno lavorando da tempo e adesso par che l’ora s’avvicini, i numeri cominciano ad esserci, così come i nomi.

Il Vaticano in primis, l’Udc, l’ Udeur, l’Italia di mezzo, le due democrazie cristiane equamente spartite a sinistra e a destra, tre quarti di petali della Margherita, sicuramente qualche altro fuggiasco forzista, dissidenti vari ed eventuali, perfino Di Pietro e la sua Italia dei valori, nonché l’ Eterno Andreotti e i suoi discepoli, Bruno Vespa compreso, dunque, potrebbero fare scudo comune e partire per la crociata bianca, centrista e accentratrice.

Si aprirebbe così, la nuova era democristiana, con il suo piatto di maccaroni garantito a tutti, con quel rassicurante sottinteso invito a non preoccuparci di nulla che si pensa a tutto noi, abbassando al minimo il tono del dibattito politico alfine di sedare estremismi violenti e tornare finalmente a quel torpore confortante, con disimpegno e spensieratezza, lì lì sul dormiente, in pre-fase r.e.m., come una puntata della Famiglia Bradford, per capirci (chissà magari torna anche quella).

Non che adesso le cose siano così differenti e distanti: l’illegalità trionfa e governa, e non in senso lato, clientelismo, nepotismo, arroganza (e tanto tanto altro ancora siori!), in tal senso è uguale se non peggio, basti pensare che Don Giulio è sempre lì ed è ancora in grado di far cadere un governo.

Don Giulio c’era, c’è e… ci sarà.

Clementino, non può ambire al “c’ero”, ma “essendoci”, si gioca tutto sul “ci sarò”.

Nulla sembrerebbe cambiare.

La ricetta è sempre la stessa, basta rimpastellare il tutto, l’olio è quasi a temperatura e gli italiani sono pronti per la frittura.

L’alternativa non c’è o se c’è, chissà dove è seppellita.

Ci tocca rassegnarci, dunque, all’idea di vedere il faccione ceppalonico primadonneggiare sui futuri schermi del potere?

O forse è il caso di deciderci a cambiare canale?

Discensionale

12 marzo 2007

roma 10/03/2007



Meglio gay che opus dei.
Com’è divertente andare a roma a sbraitare contro il vaticano, non importa per quale motivo, è un piacere in sé che ha tutto un suo gusto innegabile.. in piazza Farnese un bel po’ di gente per un presidio stanziale di circa tre ore, sul palco rappresentanti di tutte le principali associazioni GLBT
(gay lesbiche bisessuali, transgender bla bla bla..) alcuni politici fintamente o veramente motivati e le solite coppie rassicuranti messe lì per dimostrare quanto siamo belli e buoni e per piacere dateci i nostri diritti non vedete che siamo innocui?
Diabete e melassa.
Coppia lesbica con scarpe a punta e stessa pettinatura stesse meches bionde stesso parrucchiere di sicuro (capelli un po’ lunghi e alla moda così ci distinguiamo sia dalle femministe drastiche che dai soft core anni ‘80), a dire quanto è bello fare la spesa insieme quanto ci amiamo quanto la nostra famiglia è vera e sacra e pura.
Coppia gay idem.
Tutti a convincere Mastella e Andreotti che il peccato non è reato e quasi quasi non è neanche più peccato in queste coppiette da mulino bianco, eteree e asessuate e noiose (ma che cazzo di gusto ci sarà mai a fare la spesa in due?!)Così magari ci fanno la carità di un finto PAX e ce ne stiamo buoni.
Ma non sarebbe meglio dire le cose come stanno? E salire sul palco per parlare di quanto siamo capaci di farci del male, di mentire di tradire di essere intolleranti e ipocriti ( solo i preti ci battono.forse.) e razzisti e crudeli. E nonostante questo come tutti quanti ci barcameniamo nelle nostre relazioni nelle nostre vite coi nostri amici creando legami e affetti il più delle volte squilibrati e problematici ma inevitabili e veri. Se solo la si smettesse con questa assurda ossessione dell’amore quando si parla di diritti e di leggi. E basta con la gente che chiede che i nostri amori vengano riconosciuti..da chi poi? E perché? Sarebbe sufficiente ricordarsi che essere omosessuali non è una scelta ma un dato di fatto e che anche i diritti devono essere un dato di fatto. Semplice.
Finchè cerchiamo di dimostrare quanto siamo buoni abbiamo perso.
Finchè ci sentiamo migliori degli altri (perché di questo si tratta, in fondo.. una specie di senso di superiorità intellettuale e fisica tanto piacevole e tanto falso) abbiamo perso.
Finchè parliamo di amore a sproposito senza ricordarci che il matrimonio e qualsiasi tipo di unione civile sono solo convenzioni giuridiche e sociali , abbiamo perso.
E.. last but not least.. finchè pensiamo che I diritti civili per le coppie di fatto siano una cosa che interessa solo la comunità GLBT e non un sacco di realtà strambe e variegate ma piene di quell’affetto che tanto decantiamo.. non andremo da nessuna parte.
Personalmente ieri a roma pensavo alla mia amica Laura, che ha quasi 60 anni e convive da cinque
col suo ometto rozzo ma buono che non ha nulla in comune con lei e che non la sposerebbe mai, perché di matrimonio ne ha avuto abbastanza, così lei non ha uno straccio di diritto se a uno dei due succede qualcosa.. mi domando che c’entra tutto questo col peccato con la lussuria con la passione che la chiesa tanto attacca a spada tratta o con l’amore sbandierato a vanvera. La vita è fatta di altre cose.
Mi domando perché tutta questa crociata sia diventata sterile e strumentalizzata e perché ci affanniamo tutti quanti a dimostrare di essere quello che non siamo, per compiacere persone ipocrite quanto noi.
Non sarebbe più onesto riconoscersi fragili, incasinati e imperfetti e pretendere diritti lo stesso?

sil_etta

11 marzo 2007

Vota Toto' Cuddaro


iZ

06 marzo 2007

Tu vuo' fa' l'americano




BECCATEVI STO 'DIVERTENTISSIMO' SPOT DEL CAPOCOMICO SICILIANO

E' stanco Totò, stanco ed incompreso, non lo lasciano lavorare in pace.
Per fortuna non ha perso il suo naturale talento comico, la sua satira è tagliente.
Accipicchiarella se lo è!
E' l'originalità a distinguerlo: si presenta con la coppola per ironizzare sulla mafia.
Nessuno aveva osato tanto, adesso dovrà stare attento perché potrebbe diventare un facile bersaglio, forse gli occorrerà una scorta.
Ma il colpo di genio arriva verso la fine, non ve lo racconto, godetevi da soli questo cult.
Ah dimenticavo, per i pochi che ancora non lo sapessero, quest'uomo, se non è troppo impegnato, trova perfino il tempo di fare il Presidente della Regione, non sembra anche a voi straordinario?
Ma come fa, come fa!?

IlDiSputare


04 marzo 2007

Salvio "Vasavasa" Berluffaro

iZ

Silviesco Rutelloni

iZ

Marcilvio Berl'Utri

iZ

Danilvio Berloppola


iZ

24 febbraio 2007

Un'opinione

La solita vecchia storia del governo di centro-sinistra che cade perché l’antagonista di turno ritira il suo appoggio alla maggioranza

Con l’amaro in bocca di chi non avrebbe mai voluto assistere allo spettacolo indecente e deprimente degli ultimi giorni, mi trovo a dovere ammettere che nove mesi fa ho commesso un grave errore.

Mi ha colto di sorpresa, lo riconosco, la notizia che il governo veniva di fatto sfiduciato sulla politica estera. In realtà, di sorprendente non c’è proprio nulla, perché era ovvio che la sfiducia sarebbe arrivata: solo una questione di tempo.

L’illusione che il buon senso e un po’ di civico attaccamento alle sorti della nostra travagliata PATRIA (cazzo!!!) potessero prevalere mi ha talmente fuorviato da non farmi riconoscere l’anomalia di quanto stava accadendo sotto gli occhi sempre più passivi di tutti.

Roba da non crederci!

Nove mesi fa, sulla scorta di un bisogno di rinnovamento radicale, ho rotto gli indugi: monsignor Prodi, democristiano al pari di tanti suoi avversari, ha avuto l’avallo del mio voto. Premetto che ho una considerazione del voto che rasenta la “sacralità”. Darlo ad uno piuttosto che ad un altro NON è esattamente la stessa cosa. Eppure, di fronte alla prospettiva di ritrovarmi per altri cinque anni con l’IGNORANTE tra i piedi, mi sono deciso ad accreditare il MOLLACCIONE. Sospettavo già da allora che non gli sarebbe stato facile tenere insieme i pezzi di una coalizione che di unitario ha solo l’odio per il Berlusca, ma immaginavo che la lezione di nove anni prima sarebbe servita da monito agli INTRANSIGENTI DELLA SINISTRA ESTREMA. “A differenza dell’altra volta”ci siamo detti in tanti “il programma è unico e concordato a priori”. TUTTE CAZZATE.

La base di Vicenza, la missione in Afganistan, le insopportabili ingerenze del vaticano avallate dal mellifluo lecchinaggio dei teodem, eccetera eccetera eccetera. Tutte questioni più che note quando questa truppa di incoscienti si è presentata di fronte alla gente e ha candidato la propria ricetta di rilancio nazionale.

CI HANNO PRESO PER IL CULO!!!

Compiacere i capricci del proprio elettorato è un vizietto nazionale duro a morire. D’altro canto senza voti è difficile tenere il culo inchiodato alla sedia. E allora, i nostri coscienziosi governanti hanno dato luogo al più inverosimile e schizofrenico spettacolo politico di cui si abbia memoria. Neanche il più paradossale personaggio gattopardesco avrebbe potuto inventare una strategia mediatica più geniale: CONTESTIAMO SEMPRE PER NON SFIDUCIARE MAI.

Quanto poteva durare?

Ma ad ogni modo, complimenti! Che entusiasmo! Con quale trasporto vi abbiamo osservato sputare quotidianamente sul piatto dove continuate a mangiare!

Mi chiedo cosa sia passato veramente nella mente di QUEI DUE SENATORI IMBECILLI DELLA SINISTRA ANTAGONISTA che hanno deciso di bocciare la politica estera di D’Alema.

Pur con tutta la boria che lo contraddistingue, D’Alema è ad oggi l’unico ministro italiano che abbia fermato una guerra che rischiava di far esplodere irreparabilmente il Medio Oriente e che già era costata la vita a centinaia di libanesi e israeliani. L’unico ministro degli esteri italiano che si sia presentato sulla scena internazionale con un’idea coraggiosamente chiara del ruolo che l’Italia deve giocare nel ricucire il dialogo tra israeliani e palestinesi. Centonovanta nazioni hanno attribuito all’Italia un seggio all’ONU sotto il mandato di D’Alema, a sottolineare il credito che ha saputo conquistare all’Italia in così poco tempo. D’Alema ha parlato agli Americani da alleato critico e non servile, a differenza della quasi totalità dei suoi poco illustri predecessori.

Ma per i due integerrimi portabandiera del masochismo rifondarolo, la coerenza è la coerenza. E non si scherza.

A cosa avranno pensato mentre affossavano la maggioranza? Alla base di Vicenza? A solidarizzare con gli studenti del corano che cannoneggiano i Budda millenari in Afganistan?

Punto numero uno: la base di Vicenza la faranno comunque. Gli Americani sono i nostri alleati, L’Italia è dentro la NATO e non potrebbe essere altrimenti. Se Francia e Germania non sono andate in Iraq ma sono rimaste dentro la Nato un motivo ci sarà!? Bene, il motivo è che nessun parlamento occidentale si sognerebbe mai di promuovere l’isolamento sul piano internazionale e uscire dal patto atlantico significherebbe proprio questo. L’ISOLAZIONISMO E L’AUTARCHIA SONO IDEE DI MUSSOLINI. Se non hanno intenzione di guardare con realismo ai fatti, se il ruolo di antagonisti ad ogni costo li fa sentire migliori, se non vogliono assumere responsabilità di governo sono cazzi loro. MA PERCHÉ, ALLORA, SI SONO PRESENTATI AGLI ITALIANI DICENDO L’ESATTO CONTRARIO!!!

E vengo al punto due: io non sono favorevole all’ampliamento della base di Vicenza. Ma con i numeri risicati che questa maggioranza ha al senato occorreva spaccare il capello in quattro e stabilire delle priorità. Tra le cose buone che questo governo ha promesso di fare c’è l’assunzione di trecento mila precari (da decenni!) nella pubblica amministrazione. Che ne sarà di loro? Era a loro che pensavano quando affossavano il governo?

E i DICO? D’accordo, copia sbiadita dei PACS, frutto di compromesso plurimo…ma che soddisfazione sarebbe stata quella di poterli sbattere in faccia a Ruini per dimostrargli che la chiesa può perdere perché gli italiani non credono più alla caccia alle streghe!!! Che fine faranno i DICO???

Che Troskij sia con noi e con lui la DITTATURA DEL PROLETARIATO

Amen

P.S. mi chiedo come mai i comunisti più estremisti riescono sempre a fare in modo che a decidere in Italia siano i democistiani.

ilducatarato

20 febbraio 2007

ESTRO

Poi che fa se mi intasco il fosco e il losco?
Che dici ne esco?
Cresco e non capisco
ma son tosto, basta un gesto e tutto è a posto.
Braccio sinistro Braccio destro
non ci casco
non mi invischio e me ne infischio
ché essere mi costa incessante mal di testa.
Del resto il pasto è mesto e mi conosco
non resisto, se il pasto è mesto
divento brusco ed è un rischio.
Il fare maschio non fa testo
muscolo imposto
nell'incastro infausto del nostro contesto
come dire ministro onesto cauto e modesto.
Chi crede a tutto questo?
Dunque mi svesto lesto
ché il fasto è di cattivo gusto
e in pieno lustro vi mostro il mio.....
ESTRO!

18 febbraio 2007

VICENZA 12/02/2007

Grazie Bush!!
Se avessi firmato il protocollo di Kyoto ieri a vicenza non avremmo camminato al sole.
Un sole quasi estivo, peccato per i nostalgici degli eskimo e meno male che non c'erano black block se no nei cappucci ci sarebbero bolliti dentro.
Per il manifesto duecentomila, per il carlino sessantamila, per la questura non voglio saperlo..tipo trenta o quaranta?? Fatto sta che dovunque guardavi c'era gente, gente e gente, pacifica e tranquilla, magari un pò stroncata dal mal di schiena perchè i kilometri erano tanti, forse un po troppo poco incazzata ma tutto sommato così si respirava molta più pace che guerra.
Per non parlare del comico dispiegamento di forze armate a protezione della città, camionette e manganelli, stivalacci che manco i punk portano più, facce serie e minacciose puntate su pericolosissimi ragazzini dei licei, bambini,vecchiette, universitari e lavoratori stanchi dalla settimana, folla fatta di musica post rock e folk, canne e baci. Tutto altamente pericoloso e sovversivo. Focolaio delle nuove B.R.
Patetici. Avvallati da questo fantastico governo.
E infatti se non era per questo governo magari ce ne stavamo tutti a casa, rassegnati, a scaricare musica o dipingere o fare torte o trombare e invece no.. tutti a vicenza, e meno male, ma pur sempre rassegnati.
Almeno quelli nati prima del 75.
Perchè mi sa che era chiaro almeno ai tre quarti dei presenti la completa inutilità di tutto ciò.
Però va bene lo stesso, anche se Prodi si affretta a precisare quanto è importante rispettare il programma (ah ah.. strano che per i PACS faccia una bella eccezione..)e portare avanti l'appoggio agli USA ( si vede che ci tiene ad avere bel tempo dodici mesi all'anno) e foraggiare un po di guerre in medio oriente così in confronto ci sentiremo tanto fortunati in Italia ad avere vaticano, disoccupazione ,precariato, assistenza sanitaria di merda nessun diritto civile omofobia e ignoranza.. ma in PACE!!!
Va bene lo stesso evviva chi pur rassegnato almeno si muove, tanto per la soddisfazione di dire la sua.
You may say i'm a dreamer, but i'm not the only one..poveretto. I sogni sono finiti.
Si lotta comunque, ci si appassiona comunque, si vive comunque.
Il resto lo leggete sui giornali.
Che bella giornata.

Sil_etta
foto:kun'z

Storielle d'altri tempi n°2

Le avevano tentate tutte, non c’è che dire.
Il chiacchiericcio sembrava non finire mai.

Una confusione ordinatissima.

C’erano i Pupazzi a muoversi i fili da soli, strane figure metà peluche metà poltrona.

I Pupazzi vivevano oramai lontani dal mondo, dentro un’enorme bolla di sapone, di tanto in tanto scoppiavano scorregge l’uno contro l’altro ma alla fine si scambiavano poltrone in segno di pace.

Si diceva ci fosse stato un tempo in cui i Pupazzi non erano tutti uguali, ognuno aveva un colore ben distinto e nessuno si accoppiava con un Pupazzo dal colore diverso dal proprio.

Le cose non stavano più così, i colori dei Pupazzi erano diventati indefinibili, gli unici ancora distinguibili erano i Papupazzi il cui porpora non era mutato nel tempo, così come non era mutato il loro potere.
I Papupazzi, dunque, potevano.
In quel periodo avrebbero anche potuto starsene buoni e tranquilli, ma sarebbe stato come non potere e che potere è, se non si può.

E siccome volevano, dovevano potere.

“Il Mondo è impacsito” petavano diuturnamente. “Zi zono perzi tutti i falori di Famiglia” ruttava il capo dei Papupazzi, “Cvalcuno za, chi li ha zgamati?”

Non passava giorno che l’aerofagia porporina occupasse i media in cerca del ladro.

Intimarono perfino il Pupazzo del consiglio, già noto Insaccato, di chiuderlo dentro un panino e di farne un sol boccone, convinti di ottenere facilmente il nome del ladro.

Fu con un certo stupore, invece, che si trovarono fuori la porta, la scritta: “Io lo so ma non ve lo DICO!”.

Certo, era scritto con tratto tremante e molto piccolo, appena leggibile, non sembrava proprio un gesto di sfida, né una mossa di un coraggioso combattente, ma comunque un atto di disobbedienza per i Papupazzi che reagirono con una solenne Superscorreggia Vincolante.

Molti si divincolarono da subito, qualcuno addirittura preferì lo svicolo cieco, i Papupazzi non sapevano che pesci prendere ed erano in molti a cui piaceva prendere il pesce.

Stavolta non era solo una questione tra Pupazzi, non c’erano scambi pacifici di poltrone in grado di risolvere le cose, stavolta era la Storia a chiedere la sua parte, non era la solita storia.

In tutto questo i telespettatori, oppiati dal pattume mediatico, tenuti a bada col ludico ciarpame pseudohightech, erano irrimediabilmente spacciati.

Lo spaccio dei telespettatori era diventato praticamente legale.

C’era chi spacciava solo casalinghe e pensionati, chi solo adolescenti, chi spacciava un po’ tutto, era un mercato assai conveniente.

Qualche Pupazzo, molto astuto, aveva capito che gli umani erano rimasti in pochi ormai e che i telespettatori erano in maggioranza. Aveva capito che i telespettatori non ricordavano più il loro passato umano, erano perfettamente conformi al Pupazzismo, non rappresentavano alcun pericolo, si poteva, quindi, farli partecipare al Grande Gioco di Società, il Pupazzismo, appunto.

Aveva capito che li si poteva lasciare ‘liberi’ di dire qualsiasi cosa, senza censura, perché anche la cosa più scabrosa, più pungente, più irriverente, nel Gioco del Pupazzismo, rimaneva non altro che una scorreggia tra le tante.

Il Sogno Flatulente si era avverato; infondo era una vera rivoluzione, i princìpi si potevano dire gli stessi di quella francese: Libertà, Uguaglianza, Fraternità.

Tutti liberi di scorreggiare.

Tutti uguali, tutti scorreggioni.

Tutti fratelli di scorregge.

Liberi, uguali e fratelli nel nome della Scorreggia Unica.

E così vissero puzzoni e infestanti.

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Disinfettore