31 ottobre 2006

Torta Italia ovvero E’ tempo che le pecore imparino a ruggire

Lo sappiamo bene: l’italiano medio ha molte maschere che usa alla bisogna; due di queste, ultimamente, le indossa di frequente in una sorta di pedissequa alternanza a seconda del dettame mediatico, non nascondendo, peraltro, il forte contrasto dell’una sull’altra.

V’è la maschera patriottica, populista, di difesa dei valori italici, che viene fuori nel momento in cui il pericolo giallo ci svuota le tasche o quando i cattivissimi mori sbarcano a migliaia per strapparci il lavoro e il crocifisso dalle mani, e viene fuori con un impeto tale che, a paragone, il senso d’identità nazionale dei francesi piuttosto che degli spagnoli o perfino degli americani stessi, ci fa una pippa; sembra quasi autentico!

Poi, però, senza un limbo di passaggio ove meditare, senza nessuna consecutio, ecco spuntare l’altra maschera, quella esterofila, che diciamocelo chiaramente, ha sempre contraddistinto l’italiano medio, vassalla, modaiola, acritica, ma più vicina alla sua vera natura.

E allora che lo si vede, sdegnato, criticare le istituzioni mal funzionanti con un frasario preconfezionato, prontamente tirato fuori dal taschino del cervello, del tipo “facciamo come loro”, più che altro riferendosi agli americani, agli inglesi, ai francesi, da un po’ di tempo anche agli spagnoli e ultimamente molto in voga, ai tedeschi.

In particolar modo, il modello tedesco, fa gola ai nostri politici medi, piace molto riempirsi la bocca di “gross coalition” , si inebriano pronunciando queste parole, che danno l’idea, piuttosto, di una “grassa colazione”, il cui nome non può che essere Torta Italia, dove c’è posto per tutti, dalla sinistra Destra alla maldestra Sinistra, la cui tavola da apparecchiare è il Belpaesello e il lauto pasto da ingozzare siamo noi.

Del resto sanno benissimo che il popolo da queste parti non è molto incline alla rivolta, anzi, tutt’altro, gli italiani amano, in fondo, la sudditanza tanto quanto il lamentarsene.

Il progettino non è di fresca fattura, è stato pianificato già forse in pre-campagna elettorale se non subito dopo; infondo, Silvietto, in una delle sue scorregge mediatiche, aveva sottolineato l’inconsistenza politica del prof. Mortazza, dando per scontato che il leader occulto fosse Baffetto Massipol, ostentando un diniego di facciata per la massa belante, ma in realtà sponsorizzando l’unico “dell’altra parte” che garantisse i suoi interessi.

Il Prode Mortadella è inviso un po’ a tutti, era fuori dai giochi ancor prima di essere eletto, lo è ora più che mai, niente “colazione”, dunque, per lui, che si sfami di se stesso in quanto insaccato!

Certo non è sicuramente la personalità di cui avrebbe veramente bisogno questo cazzo di insensato paesello, ma è pur vero che non è il primo pupazzo dell’elenco di cui sbarazzarci in fretta.

Quello che potrebbe accadere, ovvero l’ingorda epula dei rovinosi gerontocrati, segnerebbe davvero un punto di non ritorno per questo fottutissimo, sconclusionato, indefinibile paesello; se gli consentissimo, senza batter ciglio, questa porcheria, la deriva sarebbe definitiva, irrecuperabile; non è che adesso sia facilmente risanabile, ma come dire, stiamo camminando su un filo, che, seppure ormai invisibile, ancora ci regge, permettere che l’infausto banchetto si consumi, ci farebbe precipitare senza possibilità d’appiglio.

La mia testa ribolle di cattivi pensieri, “un focolaio di sovversivi” come dice Zulù, non suggerirò ciò che il cuore e la mente mi sollecitano, ma perdio popolaccio è giunto il tempo di togliersi le bende e di piantarla col pianto belante, basta zoppicanti giustificazioni, ruggiamo, se ne siamo capaci, e strappiamo a morsi il cuore marcio di questo paese in cancrena!

IlDisforico

22 ottobre 2006

Io mi rifiuto!!!

Si, ho deciso, io mi rifiuto.
Nel senso che mi faccio rifiuto, mi rifiutizzo. Mi chiudo in un bel sacchetto di plastica nero e mi accovaccio giu' sotto al portone di casa.
Domani passa il furgoncino dei rifiuti ed io mi faccio finalmente un bel viaggietto gratis.
Magari che so', in Nigeria, Senegal, Ghana, oppure in Campania e poi diretto finisco in Sicilia meglio di un Eurostar.
No, pero' in Sicilia no, da Cuffaro no, che schifo, immondizia con immondizia no, e poi mi userebbe per ricattare qualcuno "Tu mi fai fare un'inceneritore nel tuo comune ed io ti faccio la rete fognaria nuova"
Pero' in Sicilia potrei fare un bel giro Paterno', Augusta, Casteltermini, Bellolampo, quattro province senza spendere un'euro, nel frattempo Cuffaro sara' costretto a dimettersi se condannato al processo per concorso esterno in associazione mafiosa (e si anche lui fa i concorsi) e mi faccio il viaggio di ritorno in Campania a costo zero.

iZ

19 ottobre 2006

Space Oddity

Pare che Giorgietto Cespuglio, dopo un lungo periodo in cui, messo all’angolo, ha dovuto difendere se stesso e i suoi fidi boyz, stia tornando al contrattacco.

Pochi giorni fa ha legalizzato le prigioni stile Guantanamo, dando in pratica mano libera a quei bravi ragazzi della C.I.A. di poter seviziare allegramente chiunque ritengano un sospetto terrorista, senza più doversi preoccupare di essere infamati come fuorilegge.

Ma non finisce qui: ieri Mr Bombarda si è superato; ha deciso, neanche a dirlo, democraticamente, che lo spazio è tutto suo e può usufruirne solo chi, zitto e prono, gli lecca appassionatamente il culo, chi, invece, non trova il suo culo piacevole rischia una preventiva guerra stellare.


Volevo dare un piccolo consiglio da povero mortale all’Onnipotente:- Occhio, ché quaggiù c’è chi mira molto in alto! Ti conviene, Signore, continuare a startene nel tuo silenzio, proprio come se non ci fossi, ché se scopre dove ti nascondi, chiama i suoi amici Basso & Bombardino, e per te, tuo figlio (che fra l’altro è palestinese…) e lo spirito santo, sono giorgietti amari!


p.s. ricorda che non ne hai un altro all’infuori di lui e di non nominarlo invano… altrimenti… fulmini e saette… spaziali!

IlDiscoloVolante

15 ottobre 2006

Stretto sul ponte

Tempo fa tornando dalla Sicilia all'imbarco per il traghetto Messina-Villa S.Giovanni faccio circa 90 minuti di fila. In un giorno infrasettimanale di meta' settembre, quindi non in pieno rientro estivo, non pensavo di aspettare cosi' tanto.
Si stupisce anche il mio giovane compagno di viaggio (mio figlio) che un po' scocciato mi dice: "Ma perche sei contro la costruzione del ponte? Adesso saremmo gia' dall'altra parte!"
In un baleno mi si annebbia la vista ed il volto di quell'innocente pargolo si trasforma in quello del tipico elettore di centro-destra/destra a meta' tra la casalinga di voghera e l'imprenditore celodurista verdepadano medio.
Deglutisco, conto fino a dieci e parto con la filippica.
Per primo metto in chiaro che un viaggio non e' una corsa a chi arriva prima, ma un'occasione per vedere posti nuovi, con nuove persone, nuove usanze, nuove piante e animali, differenti modi di coltivare la terra, di costruire le case, etc. etc.
Poi spiego che se i traghetti funzionassero a dovere e fossero in numero adeguato l'attesa sarebbe stata breve, magari giusto il tempo di gustare una fresca granita. Ricordo, a lui che e' siciliano e che quindi bene sa, che da noi manca l'acqua per lavarsi, le strade sono trascurate, le ferrovie ancora a binario unico, i centri storici completamente abbandonati al degrado, le scuole fatiscenti, etc. etc. etc.
Quando mi riprendo siamo gia' a Sibari, 200 chilometri e non me ne sono neanche accorto, mio figlio dorme con il viso rivolto verso il finestrino e un rivolo di bava verde gli esce dalla bocca. L'ho distrutto. Penso che la prossima volta che sentira' parlare di ponte sullo stretto gli verranno i conati di vomito.
Ce l'ho fatta, ne ho salvato un'altro.
Oggi leggo del governatore(?) Cuffaro e del fatto che vuole fare il ponte da solo dopo che il governo, con una mozione firmata dal capogruppo dell'Ulivo Franceschini, ne ha bocciato, alla Camera, la realizzazione con uno scarto di 38 voti.
Adesso la discussione passa al Senato dove i numeri della maggioranza sono molto piu' risicati.
Se qualche senatore del centrodestra, prima del voto, volesse fare un viaggetto in Sicilia... mi propongo per un passaggio.
Non si sa mai, cambiasse idea...

iZ

14 ottobre 2006

M la Squola

Che in parlamento ci siano persone che fanno uso personale di sostanze definite "stupefacenti" non mi scandalizza anzi a mio parere, in percentuale, rispecchia esattamente la situazione del paese. Se considerassimo anche l'alcool fra tali sostanze la percentuale salirebbe vertiginosamente.
Del resto l'uso personale, in quantita' definite da apposite tabelle, e' pressoche' tollerato e punibile soltanto per via amministrativa.
Detto questo le cose che mi scandalizzano sono due.
La prima e'
trovarmi pienamente d'accordo con un rappresentante della Lega, la responsabile giustizia del partito di Bossi, Carolina Lussana (quella del "contronatura" a proposito di coppie dello stesso sesso), che ha dichiarato: "Invito i colleghi che fanno uso di stupefacenti a dichiararsi in modo tangibile ai cittadini, anche perché l’uso personale di droghe non è sanzionabile."
La seconda e' sapere che in parlamento siedono persone che non sanno dove si trovi Guantanamo, che pensano che il Darfur sia uno stile di vita, che Mandella sia un avvocato e che con l'effetto serra la terra si raffreddi. La Consob poi..... questa sconosciuta.
Imbarazzante.
Chiaramente la colpa non e' nostra che li abbiamo votati ma ovviamente di Fini, Casini, Berlusconi, Prodi e pochi altri che ce li hanno proposti.
Come ammesso dal senatore dei Ds Bettini la composizione di questo governo, grazie alla riforma elettorale berlusconiana, e' stata decisa da una ventina di persone.
Piu' che un test tossicologico proporrei un test di cultura generale cosi', la prossima volta, tra una canna e l'altra magari qualche libro o giornale lo leggono pure.

iZ

Mi scusino i muli per l'accostamento con i politici italiani

12 ottobre 2006

Dissesto Di Polizia

guarda il video

fonte: www.arcoiris.tv

per saperne di più: federicoaldrovandi.blog.kataweb.it , www.veritaperaldro.it



Non è facile, dopo aver visto questo video, scrivere senza che le mani tremino per la rabbia; una rabbia implosa, che non trova pace, e che più è costretta, più muta in odio, lucido e devastante.

Federico Aldrovandi aveva 18 anni: un anno fa, il 25 settembre, è stato massacrato a morte da quattro poliziotti….

Già… i poliziotti… e le forze del disordine tutte… coloro che dovrebbero garantire la sicurezza, la moralità, la giustizia, i primi a dover dare il buon esempio, troppo spesso sono, invece, i primi di cui aver paura, soprattutto perché le loro porcherie vengono puntualmente taciute, protette e quasi mai punite. Protette, in primis dallo stato, poi dai giornali e dai media in generale… loro, gli sbirri, rimangono sempre impuniti.

Impuniti come a Napoli e le sevizie alla caserma Ranieri.

Impuniti come a Genova e la morte di Carlo Giuliani, e il massacro della Diaz, e le torture a Bolzaneto.

Impuniti come in tante manifestazioni, cortei, piazze, dove, coraggiosi come conigli, picchiano selvaggiamente e indiscriminatamente chiunque si trovi a distanza di fido manganello.

Impuniti e protetti, sempre.

E a noi? Chi ci protegge da questi criminali legalizzati da una divisa di stato?

Nessuno ci protegge, nessuno.

Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che non sono tutti uguali, che molti sono onesti e coscienziosi, che è sbagliato generalizzare…. Sicuro, sì, ne sono convinto, ma è pur vero che molte caserme pullulano di esaltati giovinetti la cui frustrazione scaturisce in una tanto furiosa quanto confusa militanza neofascista, o neonazista in taluni casi, violenta, settaria, feticista, pronta a esplodere quando si presenta l'occasione.

E non direi affatto che sono un numero irrilevante se aggiungiamo anche molti 'anziani', spesso magari ai vertici; il problema esiste e andrebbe preso in considerazione vista la puzza revisionista di questi tempi.

Tornando a Federico, ennesimo caso di verità interrotta, la storia fa ancora più rabbia, perché non si capisce una simile brutalità, non ha contesto, lui intanto è morto e i poliziotti sono vivi e impuniti.

Vi invito a guardare il video, è struggente ma va visto, per non dimenticare, per non assopirsi e cedere alla rassegnazione di sentirsi impotenti dinnanzi alla Menzogna Istituzionalizzata.


IlDisCrimine

03 ottobre 2006

Disumana Res # 3

storia di folla e lacune pubbliche
Guerre dell'immaginario collettivo




Autobus, pomeriggio, è pieno zeppo di gente.
Non c’è un finestrino aperto. Il sudore che trasuda da noi altri si solidifica pian piano nell’aria, imbevendola di tanfi multipli. Entrano due tizi. All’inizio sembrano i soliti tossici. Si reggono a stento alle barre del bus e dondolano come altalene, si sono evidentemente appena fatti.
Fin qui, nulla da dire. La folla guarda indispettita quel loro sudore biancastro.
Gli fa un po’ di spazio attorno. Giusto per evitare la moderna paura del furto. Rimangono così nel loro cantuccio, vicini, fottendosene di tutto il resto. Ma non è finita, uno dei due a un certo punto prende l’altro. Sembra una scena di via col vento, lo abbraccia in modo morbido, lo avviluppa, lo bacia profondamente, poi gli caccia la lingua in bocca e se lo sfrega addosso. La folla scompare, sembra che attorno abbiano un vuoto enorme. Tutti si sono allontanati da loro in modo disumano. Una vecchia, atterrita, grida allo scandalo, parola piena, storicamente intrisa d’odio sociale. Dice d'aver visto l’anticristo. Si-si, purtroppo tossico più frocio in quella sua testa che crede da santa fa diavoleria. Alcuni fanno finta di distrarsi ma osservano, curiosi come topi a un palmo dal formaggio. Altri, con gli occhi, li cercano, e pieni di sé blaterano parole che non si sentono, quelle fatte d’invidia. I due continuano, quel vuoto sembra gli abbia dato una carica incredibile, la consapevolezza di essere soli è con loro, come nel resto delle loro giornate assieme suppongo. La vecchia si fa amici, e blaterano, poi altri amici, e blaterano, poi altri amici, e blaterano ancora.Tutti in quel bus sono amici, la gente per bene è amica, quei due rappresentano una lacuna pubblica, una screpolatura della coscienza collettiva, qualcosa vicina all’offesa, non dovrebbero occupare lo spazio degli altri. I due continuano. Baciandosi si spostano verso l’uscita e con il loro movimento si sposta anche l’aria attorno. La folla sembra attaccarsi a quell’aria e seguirla per evitare il contatto, fanno schifo, evidentemente. Sono atroci, sicuramente. Sono squallidi, visibilmente. Sono un risultato, certamente. Questo dicono.
Sono innamorati, semplicemente, mi dico.

iMago

02 ottobre 2006

LA VENDETTA DELLO STOMACO GUASTO favoletta ecologica per bambini audaci

C'era una volta, in un piccolo paesino di provincia, un ragazzo di nome Alfonso, con l'alito talmente pestilenziale, ma talmente pestilenziale, che tutti lo soprannominarono "Alfogno".

Anche sua madre lo chiamava così e confidando, ormai, per quel fiato sciagurato, solo nell'intercessione divina, lo aveva relegato in una camera piena di finestre a pane e acqua di Lourdes.

Da quelle finestre di tanto in tanto, lui fuggiva portando a spasso ventate di disperazione: sua e di chiunque lo avvicinasse….

Ogni saluto, giunto regolarmente da lontano, gli ricordava la sua triste condizione e così, sempre più frustrato, finiva per rintanarsi solo con i suoi pensieri che, almeno loro, non puzzavano.

Abbandonato nel suo lettino, ad occhi chiusi, immaginava che il suo stomaco generasse la primavera e, attraverso la sua bocca la riversasse sul mondo intero per dodici mesi all'anno…. e gioiva felicissimo di tale miracolosa guarigione.

Riaprendo gli occhi, però, scopriva l'orsetto di peluche che egli era solito coricarsi accanto girato dalla parte opposta e con l'espressione nauseata, e la sua onirica Primavera veniva negata crudelmente da un pianto dirotto.

Il nostro povero Alfogno… ehm… Alfonso visse, per tanto, la sua giovinezza consapevole di avere molto da comunicare agli altri, ma impossibilitato a farlo senza mettere a repentaglio (e sottolineo aglio) l'incolumità dei suoi interlocutori….

Crescendo, purtroppo, continuo a peggiorare… peggiorare senza sosta…

Alla terrificante alitosi si aggiunse una spaventosa forma di aerofagia che fece da "colonna sonora" ad un tragico epilogo: in una delle sue fughe, con un immane peto, fulminò un innocente bambino di due anni che ebbe la malaugurata sorte di passargli accanto in quel momento.

NON CI FU PIU' PIETA' PER LUI!

La giuria popolare fu unanime nel condannarlo ed il giudice gli inflisse il massimo della pena per l'orripilante infanticidio commesso: la Vita!

I detenuti del carcere assegnatogli, nonostante egli fosse nel più totale isolamento, videro la loro unica ora d'aria seriamente compromessa, ma il tempo si appestò… ehm… apprestò a salvarli avvicinando il fatidico momento….

Nessuno assistette all'esecuzione ed il boia, protetto da una sofisticata maschera antigas, lo crivellò con sventagliate di mitra tenendosi a debita distanza di sicurezza.

La notizia della sua morte si propagò a suon di respiri di sollievo che, oramai, tutti poterono tirare….

… Ma quella tranquillità ebbe poca durata….

… improvvisamente, da ogni foro provocato sul suo corpo, fuoriuscirono agguerritissimi soldatini di merda decisi a vendicare il compianto ed ad imporre la loro egemonia in paese.

Spietati ed implacabili marciarono al grido di PRRRRR! PRR! PRRRRRRR!

La loro prima vittima fu il boia, colpito in piena faccia da uno stronzetto molotov; quindi toccò a tutti gli altri….

In memoria di Alfonso, con eroici lanci di bombe ad ano, i soldatini fecero in breve piazza pulita… e finalmente pregna di MERDA.

Crebbero, si moltiplicarono e vissero in eterno felici escrementi.


Godurio