25 settembre 2006

i Trovatutto

Visto che anche all'estero fra un po' sullo scandalo Telecom ne sapranno piu' della maggior parte di noi vi propongo un mini riassunto della vicenda intercettazioni perche' a me sembra che poi tutto questo trambusto sui media, tutti questi nomi, alla fine non servano altro che a confondere le idee ai piu' e a far venir voglia di girare pagina e passare alle notizie sportive.

Parafrasando direi che invece bisogna prendere il caffe' finche' e' caldo.

1) Inizia tutto con una banale vicenda di corna. Un tizio genovese riceve a casa una busta con dentro i tabulati delle telefonate tra lui e l'amante, la moglie ne entra in possesso e di conseguenza fa le valigie. L'intraprendente avvocato di lui chiede direttamente al garante della privacy chi avesse spedito il tabulato mai richiesto.

2) Il garante interpella i tecnici della Telecom. Questi scoprono che nessuno aveva mai richiesto e rilasciato notizie su quel numero di telefono. Di conseguenza invia degli ispettori alla sede Telecom per verificare come mai non fosse rimasta nessuna traccia di quegli accessi al sistema e se vi fossero gli estremi di violazione della legge sulla tutela dei dati sensibili. Gli ispettori fanno il nome di RADAR un sistema, di cui parlavano in molti nei corridoi Telecom, che permette di estrarre e incrociare dati di utenze telefoniche senza lasciare traccia. attivo dall'estate del 2005.

3) Spuntano i primi nomi dei Trovatutto: Giuliano Tavaroli ex Carabiniere divenuto capo della sicurezza Telecom ed Emanuele Cipriani titolare dell'agenzia d'investigazioni privata "Polis d'istinto". Manager, politici, sportivi e anche semplici cittadini pagando si rivolgevano al Cipriani che attraverso il suo compare Tavaroli procacciava i dati richiesti.

4) Il gioco si fa piu' pesante. Entra in scena Marco Mancini, numero due del SISMI coinvolto nello scandalo del rapimento dell'Imam di Milano in collaborazione con la CIA. Mancini chiede a Tavaroli di mettere sotto controllo i telefoni della DIGOS di Milano (sai che ridere) per accertarsi che non creino intralcio nel piano del rapimento.

5) Scoppia lo scandalo, Tavaroli viene mandato in Romania presso la Pirelli e Mancini arrestato e poi rilasciato. Si fa un gran polverone, si parla di giornalisti coinvolti come Renato Farina di Libero, computer sequestrati nella sede di Repubblica, interrogatori segreti, tutto per distogliere l'attenzione da un altro fatto.

6) In quei giorni un ex poliziotto Adamo Bove capo della security governance di Telecom si decide a collaborare con la questura di Milano per venire a capo della vicenda dell'Iman rapito. Bove e' un professionista serio, tutto d'un pezzo, anni fa fece arrestare "Sandokan", il numero uno della camorra Francesco Schiavone. Da quando decide di collaborare alle indagini sul SISMI Bove si sente pedinato, seguito. Il 21 luglio Bove si getta da un ponte dopo aver telefonato alla moglie per avvertirla che sarebbe andato a casa stanco per il troppo caldo. La sua auto viene trovata con il motore in moto e le quattro frecce accese.

7) Vengono arrestati Tavaroli e Cipriani, il responsabile della sicurezza Pirelli Pier Guido Iezzi e diversi pubblici ufficiali tra cui un carabiniere, membri della Guardia di Finanza e della Polizia e funzionari dell'agenzia delle entrate.

Laif is nau... a San Vittore

fonte: Phillip Bailey, Questura di Milano, laRepubblica, AGI

iZ

22 settembre 2006

Evidence

Sullo spunto del precedente post ed a proposito della prossima puntata di Report dove si parlera' del film "Confronting the evidence", inchiesta proposta e finanziata da Jimmy Walter e disponibile su internet da diverso tempo, vi propongo questa vignetta di Abu Mahjoob, ottimo vignettista arabo, che sintetizza in pochi tratti il senso di questa assurda ed ignobile guerra. Il suo archivio offre ulteriori spunti di riflessione.

Naturalmente sulle chiappe della vacca c'e' scritto 11 settembre

iZ

20 settembre 2006

L'attualità vista dai Cartoons degli altri
L'ultima polemica sulle affermazioni del papa ha occupato i quotidiani di tutto il mondo...c'era bisogno di un pò di pubblicità in un momento in cui il vaticano sembra perdere nei confronti di quei fenomeni di conflittualità che attirano, a suo discapito, sempre più massa. E' interessante notare come i "chiamati in causa" (quei mussulmani ormai trasformati, grazie alle testate italiane e non solo, in pericolosi criminali nell'immaginario collettivo, come se non potessero e non sapessero fare null'altro nella loro vita), raccontino attraverso le arti visive, cartoons nello specifico, i fatti d'attualità che li hanno coinvolti.
Ecco che lo scontro tra religioni diverse diventa più finemente scontro interno tra due modi di vedere la stessa chiesa...non solo religione però...guardare per credere...
iMago

19 settembre 2006

Voti a perdere

Navigando un pò qua e un pò là, toh! cosa ti trovo.....un filmatino illuminante sul voto elettronico.... gustatevelo >>>>>> guardami

p.s. non ditelo al Bassotto..... tanto già lo sa.

17 settembre 2006

Il Mago Gnutti

Ricucci: ” … ma tu l’hai letta stamattina l’intervista di quel deficiente di Tronchetti Provera su La Repubblica di stamattina?”.
Gnutti: “No”.
Ricucci: “E leggitela, va! Che parla de me e de te…C’è tutta l’intrevista del dottor Tronchetti Provera, che loro sono il salotto sano…”.
Gnutti: “Ah, ah!”.
Ricucci: “C’ha quarantacinque miliardi di euro di debiti…il salotto sano lui c’ha!”.
Gnutti: “Pensa te”.
Ricucci: “Ma è una roba incredibile, no?”.
Gnutti: “Eh sì, ma viene, viene a miti consigli anche lui, eh?”.
Ricucci: “Ah sì? E quando però?”.
Gnutti: “Eh, l’anno prossimo”.

E un anno e' passato visto che l'intercettazione risale al luglio del 2005
Che mago quel Gnutti.
iZ

15 settembre 2006

CapiRai......!

In pieno teatrino bipartisan, l'ex ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, esponente di alleanza nazionale ma praticamente lacchè di Silvietto, è stato eletto a primo scrutinio presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai......
Il nuovo Guardiano Rai, è la stessa brava personcina che nel 2000, quando ricopriva la carica di ministro, fece recapitare un bigliettino con su scritto il nome di una giornalista da raccomandare all'allora direttore del tg1 Gad Lerner il quale lo sputtanò in diretta davanti a milioni di telespettatori.......
Occorre dire altro?

Dislocato

Pss...fumo?

La Giunta titolata a prendere questa decisione (sulla decadenza da parlamentare n.d.r.) la prendera' non appena completata l'istruzione del caso. A quel punto prendera' una decisione, e credo che la Giunta responsabilmente adottera' una decisione trasparente, in grado di dire al Paese che non ci sono figli e figliastri.
Fausto Bertinotti a "AnnoZero"

Speriamo nello stesso impegno che ha distinto Previti ed il suo unico cliente, il capo comico Berlusconi, nell'evitare la condanna ricorrendo a rinvii per legittimo impedimento, nullità, inutilizzabilità, ricusazioni, legittima suspicione oppure a leggi ad hoc come quelle in materia di falso in bilancio, rogatorie oppure ancora la Cirami, la Schifani e la ex Cirielli.
Se fosse uno spacciatore, sarebbe il migliore sulla piazza.

iZ

13 settembre 2006

Resoconto giornata Lampedusa


Manifestazione del 10 settembre. 2006

Nessuno se lo aspettava.
Nessuno si aspettava che la giornata antirazzista di lampedusa del 10 settembre 2006 si svolgesse in modo del tutto pacifico, non ostile nei confronti dell’isola, dei suoi abitanti, ma compatta in tutti le sue espressioni, quella dei movimenti antirazzisti, del sindacato cgil, di rappresentanti dei partiti, delle istituzioni, almeno una parte, degli stessi immigrati naturalmente, nel chiedere tre cose fondamentali:la cancellazione della Bossi-Fini, senza ritornare alla Turco-Napolitano che l’aveva ispirata, la chiusura dei CPT(centri di permanenza temporanea) e di tutti quei luoghi di detenzione mascherati da luoghi di accoglienza, gestiti da associazioni private per mero scopo di lucro, per chiedere al governo di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e di mantenere fede al programma dell’unione almeno, malgrado alcune sue ambiguità, come quella del superamento dei centri di detenzione per immigrati, che stante oggi non ha significato nulla, se non in alcuni casi l’erogazione da parte dello stato di milioni di euro al fine di migliorarne le condizioni o peggio per costruirne di nuovi.
Ma principalmente mettere in moto, già da subito dell’inizio dei lavori parlamentari, quel meccanismo di elaborazione di nuove politiche dell’immigrazione, che tocchino tutti gli aspetti del fenomeno, dagli ingressi e il permesso di soggiorno, alle condizioni di lavoro alla diritto di voto e cittadinanza, insomma una legge ex novo, che si ispiri a principi di libertà e uguaglianza.
Sin dal nostro arrivo, fino alla partenza del giorno dopo, gli abitanti dell’isola non hanno mai avuto paura. Hanno vissuto la loro domenica del tutto simile alle altre, senza mostrare ostilità nei confronti dei manifestanti, anzi molti hanno aperto le loro attività commerciali, altri erano in piazza a d ascoltare quello che veniva detto da ogni rappresentante dei soggetti che avevano promosso la manifestazione, senza che mai ci fosse alcuna provocazione , se non quella posta in essere dalla rappresentante della lega nord, tal signora Maraventano, che da alcuni mesi, presa dal vortice dell’apparire e avida di protagonismo fine a se stesso, senza una ben minima capacità di ragionamento intellettuale e politico, del tutto all’asciutto sulla conoscenza del fenomeno migratorio e con l’arroganza, tipica di chi, tra volgarità e cattivo gusto, sconosce la propria storia e si butta tra le braccia delle orde barbare leghiste, che la usano a proprio beneficio, la donna dicevo appare vicino la piazza con i suoi scagnozzi, e naturalmente che fa?…rincorre le telecamere per dire quel poco che il suo essere pensante riesce a esprimere.
Dopo l’assemblea pubblica in piazza e una volta ribaditi da tutti gli obiettivi che da anni perseguiamo, alle 16.oo, dal porto parte il corteo che attraversando il centro del paese arriva dopo mezz’ora di fronte il centro di prima accoglienza, ma di fatto centro di permanenza temporanea e lager sin dalla suA nascita.
Questo CPT, si trova a ridosso della pista dell’aeroporto di Lampedusa, tristemente famoso per le sue condizioni(come tutti gli altri in Italia peraltro) e per le deportazioni di massa di immigrati verso la Libia, denunciato innumerevoli volte dalla rete antirazzista, presente sempre in questi anni a Lampedusa, attraverso una quantità enorme di immagini, passate in televisione, su internet, recapitate a parlamentari europei, e famosa per il famoso articolo di Fabrizio Gatti, per l’espresso, protagonista in prima persona degli avvenimenti all’interno del centro.
Cinquecento persone o forse di più arrivano di fronte i cancelli del cpt.
Mai era accaduto nell’isola. tutti a gridare Hurrya, che in lingua araba significa libertà.
Loro, “gli ospiti”, come ipocritamente vengono definiti i migranti rinchiusi come polli in gabbia, sono lì....come sempre….sono ombre spesso dietro sbarre fittissime o avvolte da teloni, vediamo sagome, lontane, poco visibili....alcuni di loro ce la fanno ad arrampicarsi per mostrare i loro volti, per dire non siamo invisibili, fanno un grande sforzo, anche per guardare noi, per capire....è un gioco di sguardi quasi sempre….ma ci capiamo da tanto tempo ormai….
Viene posto da alcuni di noi un telo bianco:una mano nera a mò di ALTe intorno la scritta: sequestrato, un gesto simbolico che esprime tutto.
Facciamo riprese, da più parti, riprendiamo, cancelli, e dentro altri cancelli, finestre blindate, sbarre…ma più avanti,da un ‘altro lato gli uomini e le donne recluse stanno affacciati, controllati da decine di poliziotti e carabinieri…riesco a vederli con lo zoom della videocamera.. salutano....ci aspettavano….li salutiamo….ritorniamo e il corteo si ricompatta tranquillamente. Si ritorna sulla piazza da dove di li a poco sono previsti alcuni concerti di musica etnica.
Ma, nello stesso momento in cui noi eravamo di fronte al CPT arrivano notizie di continui susseguirsi di sbarchi. Alcuni di noi alla fine della manifestazione decidono di andare a vedere. Ma non andremo sin giù alla banchina….dal belvedere , alla fine del corso principale del paese, via Roma, dall’alto e supportati da telecamere, riusciamo ad assistere alle operazioni di trasferimento di quelli appena arrivati, da parte di guardia di finanza e misericordia , verso il centro già sovraffollato per i continui sbarchi dei giorni precedenti.
Dove quindi andranno a finire queste persone appena arrivate , dove li porteranno dunque nei prossimi giorni?
Si sa che il destino è quello dei continui trasferimenti in vari CPT siciliani o della penisola, primo fra tutti quello in Calabria, altro luogo da cui partono le deportazioni verso la Libia o altri paesi, che non sono quasi mai i paesi di origine dei migranti, di questi instancabili viaggiatori..
Poco veramente possiamo fare, anche se volessimo pensare a qualcosa, siamo a Lampedusa ce ne rendiamo conto. Ne prendiamo ancora una volta atto, lo sapevamo.
Daltronde la giornata di Lampedusa ha un valore fortemente politico:luogo ormai simbolo di terra di frontiera, che tanto vorremmo che veramente non ci fossero più…….
Ma i segnali importanti vengono da più parti, non solo la partecipazione a livello nazionale di queste giornate ti tanti soggetti, ma l’adesione di tantissimi, in primis molti intellettuali e figure importanti della politica siciliana, come Rita Borsellino, che dal palco sulla piazza ha ribadito la sua adesione a questi obiettivi, ponendosi contro l’esistenza dei CPT, e assicurando la presentazione di proposte alla Assemblea Regionale Siciliana., volte a cambiare pagina in Sicilia , chiamata terra d’accoglienza, ma che di fatto ha mostrato un volto duro,blindato, in molti casi indifferente, come dovunque in questo momento.
Questa esempio di far politica che è stato posto in essere a Lampedusa da parte di tutti i soggetti antirazzisti, dà una lezione a tanti, in primis al sindaco dell’ isola , che in mancanza di argomentazioni e per sola contrapposizione politica, aveva terrorizzato i suoi cittadini con notizie di sicure devastazione e guerriglia urbana da parte dei no global, appoggiato spesso da stampa e televisioni compiacenti a caccia di notizie che facciano odiens, ma ci da anche la misura del nanismo politico con cui ogni giorno si deve aver a che fare in Sicilia .
In ogni caso questa esperienza apre una stagione nuova di lotte, non solo sui diritti dei migranti, ma sui diritti di tutti, per continuare instancabilmente a opporsi contro chi vorrebbe fare di ognuno di noi il soldatino del proprio esercito…. ma in molti abbiamo deciso di no.

Enrico Montalbano
Rete Antirazzista Siciliana

Disumana Res # 2_ Consumatori di violenza

L’uomo civilizzato a colazione

Viviamo e moriamo da consumatori tipo dunque.
Viviamo e moriamo anche da consumatori di violenza.
Al sicuro, sfogliamo giornali, guardiamo la tv, ci mettiamo insomma davanti al dolore degli altri, e in questa nostra «prossimità priva di rischi», ingurgitiamo il nostro quotidiano pasto di violenza. Che siamo consumatori di violenza non rappresenta nella storia dell’uomo un fatto nuovo. Wordsworth nel 1800 denuncia questa dieta a base di orrori e poco più di sessanta anni dopo Charles Baudelaire, nel suo diario, annoterà, senza differenze tra giornali o tra giorni, mesi e anni, la presenza della stessa problematica scrivendo che «ogni giornale, dalla prima all’ultima riga, è un tessuto di orrori. Guerre, crimini, stupri, impudicizie, torture, delitti dei principi, delitti delle nazioni, delitti dei singoli; un’ubriacatura universale di atrocità. Ed è con questo nauseante aperitivo che l’uomo civilizzato accompagna la sua colazione ogni mattina».
Oggi, saturi di immagini più di ieri perché «gli individui stessi aspirano a diventare immagini: celebrità», ingoiamo direttamente, senza masticare, i segni della perversità umana:

guerre nel mondo
Africa
Americhe
Asia
Europa
Medio Oriente


Sono passati centoquarantasei anni da quella pagina di diario scritta da Baudelaire.

Riferimenti
Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri, Oscar Mondatori, Milano, 2003.

iMago

11 settembre 2006

Disumana Res # 1 _ Guerre Commerciali

Nell’Era dei Clusters
Chi (vogliono che) siamo?

Siamo tutti «gruppi di persone o cose dello stesso tipo». Clasters. Esseri studiati persino nell’intimità. Siamo liceali, individui «con poche responsabilità condizionati solo dal bisogno di appartenere ad un gruppo e confrontarsi con esso», giovani e spensierati studenti della classe media, delfini, definiti con poetica espressione «gioventù degli anni dorati», e in quanto tali disponiamo di denaro, cultura ed energie per mettere a frutto sia l’una che l’altra, un gruppo curioso, aperto al nuovo, con la voglia di capire e divertirsi. Siamo, ahimé, anche spettatori. Giovani maschi dei piccoli centri dove la vita è soprattutto lavoro e gli scarsi strumenti culturali che abbiamo ci fanno attori passivi della trasformazione sociale e «facili prede dei più effimeri miti consumistici». E siamo pure arrivati, ebbene si, abbiamo vinto: lavoriamo, viaggiamo, leggiamo, ci teniamo informati, partecipiamo alla vita in maniera piena e attiva. Quante cose siamo noi umani? Tante, tantissime, ce ne incollano addosso sempre di nuove: impegnati, organizzatori, esecutori, colleghe, commesse, raffinate, massaie, avventati, accorti, appartate, siamo tutto questo e altro ancora. La psicografia enuncia i suoi termini, li inserisce in un dizionario, e come si sa, un dizionario non mente. È lessico dunque, modo d’esprimersi, linguaggio d’un ambiente e di chi lo parla nel suo farsi, un contributo a costruire il senso del mondo. Piccolo bestiario umano. I dizionari di comunicazione d’impresa rappresentano un modo altro di costruire il senso del mondo. Si scopre, attraverso l’advertising (esposizione alle tecniche pubblicitarie), che siamo usati in testing che misurano i mutamenti delle nostre aspettative e dei nostri comportamenti d’acquisto (nient’altro che variabili di comunicazione), o persino che veniamo monitorati nei nostri acquisti non programmati. Sanno anche quello che non sappiamo neppure noi di sapere quando facciamo un cazzo d’acquisto d’impulso. Dico, vogliono sapere qual è lo stimolo che abbiamo percepito nell’istante in cui lo abbiamo fatto. In questa tipologia di scrittura il mondo è ad hoc survey, mirato a un particolare obiettivo e quella che credevamo la nostra realtà dei fatti, accidental sampling, un campione casuale. È questo il problema, come ogni buon dizionario, anch’esso è volto a produrre un linguaggio che esce fuori dal mondo scritto per entrare nella realtà, contribuendo a ri-scriverla. Il mondo scritto, come ricorda Italo Calvino «è un mondo fatto di parole, usate secondo le tecniche e le strategie proprie del linguaggio, secondo gli speciali sistemi in cui si organizzano i significati e le relazioni tra i significati». È ora di iniziare a chiedersi che senso dell’approccio all’esperienza trasmette questo tipo di mondo scritto, e tanto per ritornare sul grande scrittore italiano e fine osservatore della realtà, bisogna ricordarsi che « (…) il mondo esterno è sempre là e non dipende dalle parole, anzi è in qualche modo irriducibile alle parole, e non c’è linguaggio, non c’è scrittura che possano esaurirlo». La vita va al di là di una clasters analysis, dell’individuazione di gruppi omogenei e di criteri prefissati. L’articolo 3 del codice di etica professionale delle relazioni pubbliche, visto il contesto in cui è inserito, ricorda un po’ bizzarramente, che si è tenuti a «rispettare i principi della dichiarazione universale dei diritti umani». Come è possibile quando si producono modelli di mondi paradossalmente orientati ad assoggettare individui all’acquisto?
Riferimenti:
Centro Studi Comunicazione Cogno e Associati, D.E.CO.DI, Dizionario Enciclopedico della Comunicazione d’Impresa, http://www.cognoassociati.it/;
Tullio De Mauro, Dizionario italiano, Paravia Bruno Mondadori Editore, 2000;
Italo Calvino, Mondo scritto e mondo non scritto, Mondadori, 2002;

iMago

08 settembre 2006

Disumana Res # 0

Prima di tutto un saluto...
A Kunz (che mi ha stimolato ieri sera a intervenire sul blog), ma anche a Iz, Dis...
e naturalmente a Peppino Impastato, con cui vorrei introdurmi citando un estratto di una sua bellissima poesia...
"E' tutto un gran vociare che gela il sangue, come uno scricchiolo di ossa rotte."

Esiste un modo, quanto più semplice possibile, di iniziare a scrivere sul tema della guerra? Su uno dei modi in cui il sangue gela e le ossa si rompono?
Ci provo. Partendo da uno schema, cioè dalla semplificazione estrema.
Proviamo a tradurlo. Un carattere, una personalità, è definibile se ci poniamo prima di tutto di fronte a due domande:
1. Come si vive?
2. Come si muore?
Il carattere di un individuo o di un popolo può essere ricollegato a questa riflessione. Proviamo dunque a porci queste due domande quando siamo davanti ai fatti di guerra. Qualche esempio: come vivono bambini in situazioni di conflitto? Come muoiono?
Tutto sembra diventare più chiaro. La nebbia dei bla bla bla politici o economici svanisce di fronte alle risposte che il nostro cervello inizia a mettere naturalmente in gioco.

iMago

05 settembre 2006

Realtà Sua

La giustizia che puntualmente non viene fatta è diventata fin troppo scontata in questo paese al contrario; avevo scritto della maschera suina tiraschiaffi der principazzo nero, che con molte probabilità sarebbe tornato del tutto libero e sempre più lontano dallo scandalo e come volevasi dimostrare eccolo scorazzante come uno qualunque, ma uno qualunque non è!

Lui è lo pseudoerede al trono, anche se non c'è più re né monarchia da sessantanni, lui lo è. Anche se è stato pidduista, filofascista e probabilmente ancora massone, è sempre un principe, il suo sangue è reale, non si tocca. Anche se omicida, anche se sfruttatore, truffatore, traffichino, trafficante, depravato, tutto questo non basta a fare di lui una persona riprovevole cui bisognerebbe far scontare qualche colpa, lui non sconta… anzi a lui si fa lo sconto… e che sconto!

Praticamente gratis!

L'unica misura cautelare nei suoi confronti è rimasta quella del divieto di espatrio, ma lui non ci sta…. Le cose o si fanno bene o è meglio non farle. I suoi avvocati hanno già annunciato che andranno in appello.

E se devo dire la verità, sono d’accordo.

A cosa serve il divieto di espatrio se per il resto è totalmente libero? Temono scappi?

Beh, non sarebbe male!

Prima lo avete fatto entrare e lui ne ha approfittatto, adesso volete trattenerlo? per cosa?

Ha un sapore di presa per il.

Ha un sapore italiano insomma.


Per(Dis)GraziaRicevuta

02 settembre 2006

Gatti da pelare

Per fortuna che in questo paese c'e' ancora qualcuno che fa il suo mestiere con dignita', professionalita' ed intelligenza.
Una settimana da infiltrato passata tra i 50.000 e piu' braccianti stranieri nel foggiano, in mezzo a quei campi che, magari andando in vacanza, avete attraversato con la vostra lucida macchina ultimo modello e navigatore satellitare a comando mentale.
Dopo aver letto l'articolo di Fabrizio Gatti provate a guardare in faccia un pomodoro.

Lunga vita al giornalismo d'inchiesta

iZ

01 settembre 2006