15 giugno 2005

Una frusta, piazza Vittorio nel 2005

Torino. Italia. ITALIA. Piazza Vittorio. Ore 23.00. 14 Maggio 2005. In cerca di un angolo di calma e romanticismo di una piazza italiana, luogo di culto, disintossicante angolo di quiete profonda, di gente sorridente, di gusto e costume tipicamente peninsulare. Arrivo da mesi di frenetica vita londinese…tutto è veloce, tutto può essere vissuto come quasi asettico, senza sapore, senza il dolce ed umido profumo di fiori che caratterizza l’ex Impero Romano nel mese di Luglio. Si bevono fresche bevande estive…tutto sembra tranquillo…tutto viene spezzato dal rumore di una frusta che sbatte violentemente sulla pelle di un ragazzo…che dico ragazzo, forse è un bambino…non gli diamo più di 15 anni. UNA FRUSTA. UN GIOVANE UOMO. Il ragazzo grida, nessuno si muove, nessuno si mette completamente nei panni di una persona che nel 2005 viene frustata davanti a tutti in una sorta di punizione pubblica che lascia tanto amaro in bocca, quasi un dolore allo stomaco…solo il pensiero dell’accaduto mi turba…quasi richiama alla mente la perfida tortura pubblica inflitta ai dissidenti della Cina Rossa dove il malcapitato veniva punito davanti ai propri genitori declamando a voce alta i capi d’accusa. L’unica differenza è che da non pochi anni l’Italia dichiara nel suo primo articolo della Costituzione di essere un Paese Democratico. Come sono false le democrazie dei tempi moderni. L’Italia è falsa. Le grida del ragazzo richiamano l’attenzione, la piazza si gira…gli occhi seguono tutto, ma non riusciamo a muoverci…il ragazzo ha gli occhi dolci…non è italiano, probabilmente non ha un lavoro, verosimilmente ha fame in questa Italia di pervertiti perbenisti che non vedono in quei dolci occhi gli occhi dei figli…quei figli imbottiti di cibo e di cellulari che hanno perso il valore dell’altro. SIAMO NEL DUEMILAECINQUE ed in Italia, a TORINO, un ragazzo viene frustato davanti a tutti, in una piazza. Il rumore della frusta entra nella mente di tutti e rimane, forse per sempre. Non possiamo sopportare tutto questo, non possiamo. Non possiamo aver paura di parlare quando l’uomo si abbassa ad una tale impreparazione professionale. Voglio essere coerente, voglio raccontare…il giudizio trapela…ma come fanno le pagine a non impregnarsi di passione quando un ragazzo di forse 15 anni viene frustato nel 2005 in una piazza d’Italia? Ritorno alle grida, il ragazzo è da solo, gli assaltatori sono due, molto più robusti di lui. Il ragazzo grida “chiamate la Polizia”, i due “galantuomini” rispondono a voce alta “la Polizia siamo noi”. La piazza si ferma in quel preciso momento in cui tutti sembravano quasi sull’orlo del movimento; la gente non poteva più sopportare la FRUSTA, i PUGNI, i CALCI verso quel corpo che sembrava spezzarsi, un corpo magro, smilzo, tutt’altro che difficile da immobilizzare. Chiaramente non servivano oggetti, non serviva una frusta. Non voglio giudicare le intenzioni del ragazzo, non voglio affrontare l’argomento della giustizia. Si può facilmente immaginare che fosse un venditore di quelle tante sostanze di cui i bravi figli della buona gente italiana sembrano andare ghiotti. I giovani nativi del posto la comprano quella roba, il figlio di una povera terra lontana la vende. Funziona così. Mi voglio soffermare sui modi. Siamo in Italia, nel 2005, ed è una frase che non mi stancherò mai di ripetere. Un ragazzo viene frustato davanti a tutti senza forse sapere chi sono quelle due persone che gli infliggono tale pena. Ma questi POLIZIOTTI italiani lo ricevono un training? E se si, gli viene insegnato di agire con questi modi brutali? Con questi modi da guerra in Iraq? Ci stupiamo. Io mi occupo di diritti umani in una terra lontana dove per volere del potere è in atto da anni una corposa cancellazione culturale. Scrivo di soprusi di un mondo che immaginiamo così lontano dal nostro. Poi mi ritrovo in una Piazza d’Italia in cerca di sorrisi e di pace per imbattermi nel peggiore degli scenari. Perché tanta violenza contro un ragazzino? Perché lasciarsi andare senza un minimo di vergogna in un abuso di potere che crea ancora più odio negli occhi degli spettatori? Perché? E soprattutto…so che molti leggendo questo scritto, che non posso chiamare reportage perché accompagnato da tanta passione, si diranno che è giusto così. Il ragazzo è uno “spacciatore” e la Polizia ha fatto il "proprio lavoro". Pensando in questo modo, però, non si riflette sul fatto che tutto questo potrebbe accadere anche contro un figlio della nostra ricca società. Se non ci si ribella alle devianze del sistema…quest’ultimo prende il sopravvento. Siamo nel 2005 e non possiamo sopportare di comportarci da animali, di essere trattati da animali. Non possiamo spedire i nostri soldi in tutto il mondo per quei disgraziati che vedono i propri diritti non considerati, non possiamo andare in chiesa prostrandoci verso un Dio che chiede perdono, non possiamo voltare la faccia e bere l’ennesima birra…non possiamo fare tutto questo senza pensare che un ragazzo di 15 anni, anche se colpevole di un reato che giustamente viene colpito dalla legge italiana, sia FRUSTATO RIPETUTAMENTE in Piazza Vittorio a Torino. NON POSSIAMO. Il racconto continua…mi attengo ai fatti. Il ragazzo è ora a terra con i due poliziotti sopra di lui. Arriva un terzo poliziotto che sfila le manette dai jeans di uno di loro. Il quindicenne viene ammanettato mentre arriva una volante della Polizia. La macchina si ferma davanti al bar dove la gente è attonita da quello che ha visto. Il ragazzo viene caricato nella macchina. Un’eroina dei nostri tempi si stacca dal gruppo e si rivolge al poliziotto in divisa con queste parole: “I vostri colleghi hanno ammazzato di botte quel ragazzo”. E’ un gesto ammirabile. Il poliziotto in divisa non ha nemmeno la capacità di fare finta di niente, esce dalla macchina e, dopo aver risposto in malo modo alla ragazza di riportare l’accaduto in centrale, inizia ad intimidire la stessa prendendo il numero di targa della macchina dalla quale era uscita questa eroina dei nostri tempi. Non solo è accaduto quello che ho raccontato, ma la voce che esce dal gruppo viene fatta tacere con delle basse intimidazioni, con un nuovo abuso di potere che non salva l’Italia. In questo nostro paese la società non collabora con le forze dell’ordine, ma è colpa della gente? O è la polizia che non fa sentire la gente protetta? Chi è il colpevole? Non facciamo passare inosservata tanta violenza. Siamo d’accordo nell’arrestare i reati, ma il rispetto dell’individuo deve essere sempre al primo posto. Perché le cose non cambiano? Perché un ragazzo di quindici anni viene frustato in Piazza Vittorio a Torino? Perché? D.S.N.GoingAroundTheRoundAbout

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Una piazza intera ...permette soprusi ed abusi! E questa sarebbe una civile città del nord! Tristissimo...

Anonimo ha detto...

è incredibile, schifoso, vorrei dire che non è possibile ma purtroppo so che non è così

Anonimo ha detto...

purtroppo è tutto vero questi vigliacchi si nascondono dietro una divisa e per esperienza vi dico che sono capaci anche di cose peggiori

Anonimo ha detto...

Piazza Vittorio, una sera di Maggio!Io sono li perchè un mio amico ci si è da poco stabilito, vive in un appartamento con altri 5 studenti provenieti da varie zone dell'Italia. 4 o 5 ragazzi maricchini, apparentemente di 15 anni discutono animosamente davanti alla mia proletaria fiat punto parcheggiata. Ad un certo punto uno di loro, più coinvolto degli altri nella discussione, lancia la bottiglia che aveva in mano in direzione della mia auto, la manca e colpisce il parabrezza di un furgone sfondandolo, davanti a tutti...nessuno che dica niente. I 4 o 5 ragazzi continuano a discutere e come se niente fosse si appoggiano sulla mia macchina con me presente insieme ai miei amici. Murazzi, sabato scorso: lancio di bottiglie all'altezza di "Giancarlo" dal lungo po da parte di ragazzi marocchini, scappo via, ne seguono risse e probabilmente anche un accoltellamento. Mi spiace molto per il ragazzino frustato in piazza Vittorio, e non sono d'accordo coi metodi repressivi, anche se mi pare difficile che la polizia si metta a picchiare un ragazzino in pieno centro, però io mi sono i coglioni di girare per Torino ed avere paura: ai murazzi i marocchini ti mettono le mani addosso per cercarti il portafoglio! perchè non racconti anche questo? In piazza vittorio se non dai la mancia al "parcheggiatore" ti trovi la macchina rigata, e delle volte vieni anche minacciato. La macchina sarà anche un bene borghese ma chi cazzo ti da il diritto di danneggiarla? La polizia in genere se ne fotte e lascia tutto così, quando prova a fare qualcosa si trova il dito puntato contro...probabilmente è colpa mia che non mi sono fatto sfondare la testa da una bottigliata... Sono sempre stato tendenzialmente di sinitra ma non ci credo più alla favoletta del ragazzo povero scappato dal suo paese, che la vita lo porta a spacciare droga in centro a torino per i grassi figli della borghesia: questa è una stronzata! conosco ragazzi senegalesi che lavorano agli stampi della plastica e si fanno un culo che non vi potete neanche immaginare con 45 gradi, ma sono felici perchè si sentono a casa e vengono rispettati.. questa si chiama integrazione non quella retorichina che piace tanto ai politici di tutti gli schieramenti. Malebolgia

Anonimo ha detto...

bella sta cosa che hai scritto ma perche' tu non hai fatto niente? ti credi migliore di quei poliziotti?

Anonimo ha detto...

Leggendo il tuo racconto ho prima di tutto avuto voglia di appoggiare una virtuale mano sulla tua spalla per dirti che non sei solo, che altri come te si sono scandalizzati per gli abusi di potere che si verificano costantemente attorno a noi, che altri come te decidono di non stare zitti..(e con questo rispondo anche a chi ti ha rimproverato di non essere migliore degli sbirri perchè non sei intervenuto: anche una lettera di denuncia come quella scritta è una forma di reazione, richiede tempo, impegno, coraggio, forse non fisico, ma il coraggio di dire anche a se stessi "è vero, non ho reagito in quel preciso momento ma adesso lo faccio", sì, REAGIRE come possiamo, ogniuno con i propri mezzi e strumenti, ma vi prego: REAGIAMO! E se ogni tanto qualcuno lancia un grido di allarme, di indignazione, di vergogna per il paese in cui vive...appoggiamogli una mano sulla spalla, sosteniamo il suo grido. Quando dici che non vuoi parlare di giustizia ma solo di metodi, io invece ti dico che è necessario parlare di giustizia. Senza una concezione forte della giustizia (che nel nostro paese è a quanto pare molto aleatoria)i metodi possono mutare di forma, a seconda del contesto, dell'interpretazione, dell'orientamento politico di chi guarda...tutto questo è individualità. La giustizia non è individuale, è collettiva, condivisa. E' rischioso giudicare secondo la propria individualità..a questo serve la giustizia. Serve proprio ad evitare che persone come quella che si è fatta prendere a bottigliate ai Murazzi, tendenzialmente di sinistra, arrivi a pensare che la repressione è necessaria e funzionale al processo di integrazione culturale...ci sarebbe ancora molto da dire, ma concludo dicendo solo: RICORDATEVI DI CARLO GIULIANI!

Anonimo ha detto...

Salve a tutti ! TRE sono le cose che mi colpiscono del racconto toccante del nostro amico : 1) Le città del nord sono di gran lunga più invivibili della mia città , Catania .... forse a molti sembrerà strano cio' che sto per dire ma da noi si sta molto più tranquilli e la gente , i ragazzi , le famiglie escono la sera per tutta la città .. anche le ragazze da sole e fino a tarda ora ; 2) Avete mai visto dei poliziotti con le fruste ??? E' una nuova arma della polizia ??? Detto questo cio' che hanno fatto è tremendo anche perche' fatto contro un bambino ... non sono stati leali : se al posto del bambino ci fossero stati dei mafiosi .. o degli albanesi .. non so se sarebbero scappati via .. nella maggor parte dei casi sono bravi solo a rompere le scatole alla gente normale o a provarci con le ragazze che amano le divise ... Eh si ... il mondo in cui viviamo non è certo bello ! 3) Come mai nessuno è intervenuto per difendere il ragazzino ??? paura ??? anche questo non è bello .. i cittadini che guardavano dovrebbero vergognarsi quanto i poliziotti .. non credete ????

Anonimo ha detto...

Ma va!! Pensi davvero che nella tua città siano tutti così buoni? Credo che tutto possa succedere ovunque...10 anni sono passati da una sera in cui ero a Catania, uscita insieme ad un'amica da un locale che sia chiamava (chiama?) "Le Scale". La mia macchina era parcheggiata davanti alla cattedrale...da subito siamo stati inseguite a lungo per le viuzze da una macchina con due tre facciotte niente male...italianissimi..sicilianissimi! Una gran paura, anche perchè in giro non c'era un'anima...per fortuna siamo riuscite a seminarli! E ti assicuro che sono una che le notti le vive.

Anonimo ha detto...

Larissa, guardati intorno, e ti accorgerai che nessuno attualmente sta proponendo o cercando di attuare delle soluzioni: l'unica cosa che tutti stanno facendo è dividere il mondo in buoni e cattivi con dei discorsi più o meno didascalici, non ti offendere, ma come è anche il tuo! Certo che va valutata l'individualità! ma che cavolo di discorso è: non siamo solo società, siamo anche persone con dei problemi, e ti assicuro che i problemi legati all'immigrazione a Torino ce ne sono tanti! Se non valuto i fatti per farmi un'idea personale che razza di persona sarei? Siamo per forza obbligati a seguire le dottrine di partito o i dogmi dei vari gruppi extraparlamentari, o, peggio ancora, le stronzate che dicono cattolici e mussulmani?! Cazzo, questo si che è un merdosissimo problema! Siamo tutti schiavi delle idee di massa. Per questo dico che tutti non fanno altro che dividere il mondo in buoni e cattivi a seconda del significato che una determinata visione da agli uni o agli altri. Ti sbagli Larissa quando dici che io cedo alla tentazione di attuare sistemi repressivi: questo non l'ho mai detto, lo hai pensato tu, perchè se non compatisco devo per forza essere un carnefice; questo si chiama capovolgere la realtà. Non ho mai creduto nella repressione, ma credo nella giustizia che, nella mia idea, vuol dire tutelare e proteggere TUTTE le persone da qualunque cosa e o qualsisi individuo che possa rappresentare un pericolo. Malebolgia

Anonimo ha detto...

Perchè non li hai denunciati? Io l'avrei fatto. chiamare i carabinieri o la polizia stessa è gratis 113 112 credo siano questi i numeri.