19 dicembre 2005

B.US.HARD.1

Dopo aver ammesso, come se nulla fosse, che ci sono stati degli errori, che le armi di distruzione non c'erano, che le torture effettivamente sono state fatte, che il fosforo bianco è stato usato e che lui c'ha il vizietto del voyeur e che quindi ha spiato gli americani, dopo tutte queste piccole e irrilevanti precisazioni, ecco un'altra sequela di onorevoli scorregge mediatiche:

"possiamo vincere la guerra in Iraq e la stiamo vincendo"

"Ritirarsi ora dall'Iraq sarebbe un atto disonorevole che metterebbe in pericolo l'America ed io non lo permetterò... Prenderò le decisioni sui livelli delle truppe da mantenere in Iraq non basandomi su calendari di ritiro artificiali, ma sulle raccomandazioni dei comandanti sul terreno".

"Il lavoro non è finito"

"Per ogni scena di distruzione in Iraq, ci sono più scene di ricostruzione e di speranza".

Il presidente parte dal voto in Iraq, che "non significa la fine della violenza", ma piuttosto "l'inizio di qualcosa di nuovo: una democrazia costituzionale nel cuore"

"é stato giusto rimuovere dal potere Saddam Hussein, cui era stato dato un ultimatum ("fu lui a scegliere la guerra"): "Adesso, il tiranno è senza trono e il mondo è migliore".

andarsene ora vorrebbe dire "consegnare il Paese a un nemico che ha giurato di attaccare" l'America e manderebbe al mondo il segnale che gli Stati Uniti non mantengono la loro parola: "Abbandoneremmo i nostri amici iracheni e il movimento terrorista globale ne uscirebbe galvanizzato e più pericoloso che mai prima".

"Sento le campane di Natale, il Male perderà, il Bene vincerà, con pace in Terra agli uomini di buona volontà".

(fonte ansa)

Mr Bombarda non si smentisce; è lui, senza dubbio, il numero 1 dei cazzari, il BushardOne.

Il suo irrefrenabile sproloquio, di certo, non può essere accusato di incoerenza, le menate sono sempre le stesse. Colpisce invece il coraggio con cui impudicamente ripete la solita solfa, onanismo verbale, tuttamericano, zeppo di piccoli mediocri orgasmi:

S'inzuppa d'orgoglio e sangue annunciando un'imminente vittoria.

S'indigna e mette in campo l'onore quando, malvolentieri, il suo orecchio percepisce la parolina ritiro, dando carta bianca ai fidi e valorosi capi guerrieri bang bang.

Probabilmente eccitato da quel sapore ferroso che tutto il sangue versato gli ha lasciato in bocca, con vampiresco pathos annuncia che il lavoro non è ancora finito e in un crescendo di delirio feticista e visionario prima blatera che la distruzione è fonte di speranza, poi tira fuori la pippa della democrazia e che non può, proprio adesso, abbandonare i carissimi e senza dubbio affezionati, amici iracheni, fino ad arrivare a dire che la guerra l'ha voluta Saddam e che adesso senza di lui il mondo è migliore.

Ma il meglio di sé lo dà alla fine, quando citando una filastrocca in rima, caccia fuori la più grossa, l'invincibile morale del Bene contro il Male, dove in sintesi c'è tutto quello che gli serve per avere l'appoggio dell'alleato più importante: il BuonDio


IlDisPerdente

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